Per anni mio marito ha creduto che la pornografia fosse un problema soltanto suo, da dover affrontare da solo, senza rendersi conto quanto la sua dipendenza costituisse un problema anche per me. Ora vi spiego meglio. Quando ho conosciuto mio marito eravamo entrambi cristiani. Volevamo cercare e fare la volontà di Dio nella nostra vita e questo aspetto influenzava anche la ricerca del partner per il quale desideravamo la Sua guida. Al nostro primo appuntamento uscimmo a prendere una pizza insieme per conoscerci meglio. Mamma mia, quanto mi piaceva, mi sembrava di svenire solo a guardarlo! Fu la prima serata insieme da soli e parlammo davvero di tutto. Dopo cena, durante una passeggiatina fuori al fresco, lui cominciò a raccontarmi della sua lotta contro la pornografia. Al primo appuntamento!!! Invece di scandalizzarmi pensai che fosse una persona sincera e questo mi piacque molto. Lo trovai coraggioso e pensai che non cercava di presentarsi meglio di quello che era nella realtà. Passarono i mesi, ed il nostro amore diventò sempre più profondo. Ogni tanto parlavamo della sua lotta e pregavamo insieme anche per questo problema. Io, inesperta e ingenua qual ero nel campo delle dipendenze, ero convinta che tutto andasse bene, visto che potevamo contare anche sull’aiuto di Dio. Così ci sposammo felicissimi e innamoratissimi. Come potete immaginare, stava per arrivare il giorno della disillusione. Schiacciato dal senso di vergogna, mio marito non riusciva ad essere trasparente per ciò che riguardava la pornografia. Nonostante ci amassimo alla follia, ed una vita sessuale intensa, la sua lotta interiore continuava. Così ogni tanto venni a scoprire che quando dormivo o mentre ero al lavoro, lui a volte si abbuffava di pornografia. Il senso di vergogna gli impediva di confessarmelo e dovevo sempre scoprirlo io casualmente, il ché rendeva tutto sempre come una “doccia fredda”. Con l’andare del tempo questa situazione divenne odiosa. A far male non era solo il fatto che mi tradisse con tutte quelle immagini e film, ma ancor più che non avesse il coraggio di confessarmelo come all’inizio della nostra relazione. Dato che sono una persona molto schietta, non riuscivo a tenermelo dentro e così ogni volta presi l’iniziativa di confrontarlo con la realtà. Trovavo tutto ciò talmente umiliante, ingiusto e man mano anche inutile. Ogni volta mio marito si mostrava dispiaciuto e chiedeva scusa, ma ogni volta avevo l’impressione che in fondo non capisse quanto tutto questo mi facesse sentir male. La mia fiducia in lui cominciò a crollare progressivamente. Inoltre affrontava sempre la questione come se si trattasse solo del “suo” problema, ma senza grandi risultati. Lui lottava, lui aveva il problema, ma io? Lui non capiva che la pornografia era un problema che coinvolgeva in tutti i sensi tutti e due. Non è ora mia intenzione riempirvi con un elenco di esperienze brutte che ho vissuto, sarebbe inutile, ma ce n’è una che desidero condividere. Se sei donna e desideri avere un bambino, penso tu possa immaginare molto bene il giorno in cui ricevi la conferma di essere incinta tramite il test di gravidanza. Che gioia immensa dev’essere. Per me invece fu il giorno più brutto della mia vita. Dico sul serio. Il giorno in cui feci il test scoprii per caso sul nostro computer una cronologia lunghissima di link porno. Purtroppo aprii un file dopo l’altro e non potete immaginare quanto piansi. In quell’ istante la sua dipendenza mi tolse praticamente tutta la speranza per un futuro bello per noi come famiglia. Che padre avrebbe avuto il nostro bimbo? Mi faceva tutto davvero schifo e mi vergognavo profondamente per lui e per me di essere così ingenua e vulnerabile nel subire questo. Come ogni volta, passati alcuni giorni dopo la tempesta tornava il sole. In tutto ciò siamo sempre rimasti uniti, trascorrendo anche tanti momenti bellissimi insieme. La verità è che mio marito è davvero una persona meravigliosa, ma ogni volta che la pornografia tornava a riaffacciarsi tra noi era come se demolisse tutto un’altra volta. La gente ci vedeva come una coppia modello, senza poter immaginare tutte le lotte che stavamo vivendo. Io cercavo sempre di perdonarlo nuovamente e di andare avanti, ma gradualmente con il tempo cominciò ad essere sempre più difficile perché percepivo che la sua paura di uscire allo scoperto era più grande dell’amore che aveva per me. Dopo circa dieci anni di matrimonio sentii la necessità di una svolta. Percepivo in me una stanchezza pericolosa. Stavo per arrendermi e rassegnarmi e mi vergognavo profondamente per questa sensazione. Capii chiaramente che se non fosse cambiato drasticamente qualcosa, il problema non si sarebbe mai risolto. Inoltre, a seguito di ricerche sull’argomento, compresi che il consumo di pornografia era veramente una dipendenza in tutti i sensi e che andava affrontata come tale. Realizzai che ad un tossicodipendente non è sufficiente dire che quello che fa è sbagliato per farlo smettere. Ciò sarebbe una specie di insulto, non di aiuto. Come potevo accompagnare ed aiutare mio marito in questa situazione? Per amore avrei fatto di tutto per convincerlo ad intraprendere un programma di disintossicazione. Invece continuavo a pregare per la sua dipendenza sperando che smettesse miracolosamente. Per farmi agire con altri mezzi, Dio si è usato del seguente testo delle Sacre Scritture: “Nell’amore non c’è paura; anzi, l’amore perfetto caccia via la paura, perché chi ha paura teme un castigo. Quindi chi ha paura non è perfetto nell’amore. Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo.” 1 Giovanni 4;18-19 Sentii accendersi una nuova forza in me e capii che era arrivato il momento di osare. Fino a quel momento avevo sempre avuto delle riserve a spingerlo al confronto, sfidarlo, ed anche metterlo davanti ad una scelta. Ma lo amavo troppo per lasciare che le cose andassero avanti così e la mia autostima era abbastanza per decidere che non ero disposta a rassegnarmi. Dio aveva in serbo altro per me e per noi. Confrontai mio marito mettendolo davanti ad un bivio, gli dissi che avevo deciso di cercare aiuto per me stessa e che lui avrebbe dovuto fare altrettanto per sé; inoltre dichiarai che se non l’avesse fatto ci sarebbero state delle conseguenze drastiche nell’ambito della chiesa e anche per noi come coppia. Da parte mia, cercai aiuto attraverso le testimonianze di donne che stanno vivendo lo stesso dramma e facendomi coraggio contattai anche una sessuologa. Da anni non riuscivo più ad avere orgasmi frequenti. Non volevo far pesare a mio marito la sua dipendenza e desideravo sinceramente ad avere un’intimità sessuale con lui, ma avevo un blocco che non riuscivo a snodare da sola. Sapete, non è facile fare l’amore con un uomo che la settimana prima si è sfogato sui siti Porno. Per me quelle sono donne reali e quindi desiderarle equivale ad un tradimento a tutti gli effetti. Scusate la mia franchezza, ma continuare a credere che il proprio marito adori il tuo seno piuttosto piccolo mentre si va a cercare immagini pornografiche di donne con seni abbondanti, diventa un’arte. Domandai alla dottoressa se secondo lei non avessi perdonato veramente mio marito e lei mi fece notare che probabilmente non riuscivo a farlo perché non mi sentivo capita da lui. Aveva pienamente ragione, compresi che aveva centrato il bersaglio. Cominciai a riflettere sul fatto che mio marito dal suo punto di vista di uomo non era in grado di comprendere l’entità del danno che provocava la sua dipendenza in me in quanto donna. Così un giorno gli scrissi una lunghissima lettera in cui ripercorrevo gli eventi della nostra relazione e spiegavo i sentimenti che si erano generati nel mio cuore. Fu un atto molto tosto per lui, ma per grazia di Dio riuscì finalmente a comprendermi meglio. Generalmente uomini e donne hanno una sensibilità e percezione molto diversa degli eventi e quindi il confronto diventa importante, fondamentale. Lui mi ha chiesto ancora perdono per tutte queste cose e questo mi ha fatto un gran bene. Da quel momento ho potuto notare un cambiamento nella nostra relazione, anche nella nostra intimità sessuale. Inoltre, mio marito ha superato la paura di uscire allo scoperto. Ha preso sul serio la mia “minaccia” e ha cominciato a parlare con altre persone della sua lotta. Ora sta facendo un percorso con una persona competente per lottare per la sua purezza ed integrità. Non potete immaginare quanto sono grata per questo. Mio marito ha capito che la sua lotta è un problema nostro e non soltanto suo, ora lo combattiamo insieme. Non posso testimoniare che tutto ora è solo un brutto ricordo del passato, non è ancora arrivato il lieto fine, ma siamo su una buona strada ed investiamo più coscientemente nella nostra relazione. A te che hai letto queste righe auguro ogni benedizione da Dio. Ricordati che nell’amore non c’è paura. Non rassegnarti, agisci e cerca aiuto! Testimonianza scritta in agosto 2020 da donna che vive in Italia