Raffaele

Raffaele

Ho iniziato ad avere problemi con la pornografia quando ero un bambino di 8-9 anni e dei ragazzi più grandi mi introdussero alla sessualità attraverso dei giornaletti pornografici (a quel tempo non esisteva Internet).

Sono nato e cresciuto in una famiglia di credenti e gli insegnamenti dei miei genitori su Dio, basati sulle Scritture e vissuti nella vita pratica, sono stati uno dei più grandi regali che abbia ricevuto. Come nella maggior parte delle famiglie di quel tempo, non si parlava in modo specifico di sessualità e purtroppo anche nelle famiglie di oggi non è semplice parlare di questioni intime, nonostante che la sessualità sia buona perché è stato Dio a crearla.

Dopo che il peccato è entrato nel mondo la sessualità si è corrotta e ora viene usata male, questo rende difficile il solo parlarne in modo corretto. Tuttavia il non parlarne assolutamente non è una soluzione, perché il mondo intorno a noi parla della sessualità in modo sbagliato, soprattutto attraverso la pornografia, e se i credenti non ne parlano correttamente la mentalità della società influenzerà inevitabilmente il nostro modo di vedere e di vivere la sessualità.

Ritornando a me. Nel momento in cui ho creduto in Gesù come mio personale Salvatore e Signore il problema della pornografia e della masturbazione non è terminato. Sono convinto che la maggior parte dei credenti (e probabilmente una buona parte di non credenti), si renda conto che p. e m. sono sbagliate, ma non sa come affrontare il problema, perché non se ne parla o quando se ne parla è solo per dire che sono atteggiamenti sbagliati che vanno contro la volontà di Dio oppure per scherzarci sopra in modo volgare.

Quando mi sono sposato pensavo che sarebbe stato un punto di svolta definitivo sulla dipendenza dalla p. e m. Credevo che il matrimonio mi avrebbe aiutato a raggiungere la vittoria, ma ben presto mi resi conto che non era così. In breve mi sono ritrovato a lottare con questo problema sempre nel solito modo. Solo dopo 30 anni da quando erano iniziati i miei primi problemi di p. e m. ho iniziato a capire che il mio modo di combatterla doveva cambiare.

Vorrei raccontarti in modo dettagliato quello che mi ha portato ad affrontare p. e m. in modo diverso, ma non ho la possibilità di farlo in questo breve spazio. Voglio solo lasciarti due punti che penso siano fondamentali:

1) Se pensi che ci sia una “formula magica” o una “ricetta spirituale” che ti permetta di guarire dalla p. e m. in modo che non proverai più nessuna tentazione di tipo sessuale ti stai sbagliando. Liberazione non significa che non dovrai più lottare, ma che lotterai in modo diverso. Se come me anche tu hai questo problema, molto probabilmente dovrai combatterlo per il resto dei tuoi giorni, però non significa che l’intensità del combattimento sarà sempre uguale ad ora. Quello che voglio dirti è che il tuo modo di combattere può cambiare significativamente e questo cambiamento può portarti a vivere una vita vittoriosa sul peccato nonostante la continua presenza di tentazioni più o meno forti (il mondo continua a essere lo stesso, anzi peggiora ogni giorno di più e la nostra natura peccaminosa non migliora invecchiando).

2) Per cambiare il modo di combattere p. e m. devi “venire alla luce” (Luca 8:17). A un certo punto lo Spirito di Dio mi ha fatto capire che dovevo iniziare a condividere con altri credenti il mio problema decennale e che non potevo più cercare di risolverlo da solo stando nell’ombra. Inoltre capii che il vivere in modo vittorioso sul mio problema non serviva per mostrarmi più spirituale, ma per dare gloria a Dio vivendo in modo degno della posizione di figlio che mi ha donato.

Tramite Internet, che è lo strumento attraverso il quale la pornografia arriva al cuore e alla mente di tantissime persone, ho preso contatto con dei fratelli americani che si occupano di questo problema e ho cercato aiuto (inizialmente in modo anonimo).

Mi hanno seguito e incoraggiato a “venire alla luce” con persone credenti che fossero vicine a me e con cui potessi condividere il mio problema.. Persone che potessero capirmi e aiutarmi ad aprirmi su tutto ciò che mi porta verso questo peccato. Ho pensato che fosse giusto parlarne con mia moglie (in passato le avevo accennato a questo problema, ma poi non l’avevo aggiornata sull’andamento delle cose) e poi con l’anziano della mia chiesa. I dubbi che il mio anziano fosse la persona giusta con cui parlarne furono tanti, ma il Signore mi faceva capire che dovevo andare avanti e fidarmi che Lui avrebbe preparato questa persona ad accogliere la mia condivisione.

Questo primo passo del mio percorso di “venire alla luce” mi ha portato un senso di libertà molto simile a quello che ho provato quando mi sono convertito. Avrei voluto dire a tutti quello che mi stava succedendo, perché ormai la mancanza di comprensione o il giudizio che avrei potuto incontrare nelle persone non mi faceva più paura: sentivo una libertà che superava il prezzo di qualsiasi giudizio!

Tuttavia “venire alla luce” non si esaurisce in un momento specifico o in una situazione particolare, è qualcosa che bisogna vivere nel tempo con quelle persone che Dio ci mette vicino nel cammino di liberazione e con le quali dobbiamo fare lo sforzo di aprirci completamente e raccontare tutte le nostre cadute senza minimizzarle o trovare attenuanti.

Questo non significa che da quel momento in poi io non sia più caduto, ma non significa nemmeno che ora stia continuando a cadere. Tutto ciò serve a evidenziare che nel percorso di “venire alla luce” non bisogna focalizzarsi sulla quantità delle nostre cadute o sulla nostra bravura nel resistere, quanto sulla capacità dello Spirito Santo di tenerci in piedi.

Per me era come se ogni giorno fossi chiamato a camminare su una corda tesa sullo strapiombo della p. e m. per raggiungere la fine della giornata, non sono un funambolo e non sono in grado di riuscirci senza cadere, ma ho imparato ad assistere stupefatto alla potenza di Dio che mi permette di mantenere l’equilibrio! È un miracolo? Sì, è un miracolo che una persona come me riesca a percorrere la giornata senza cadere nella p. e m., ma per la fiducia in Dio posso continuare a vedere questo miracolo ripetersi ogni mattina pur non essendo diverso o più spirituale di chiunque altro abbia questa dipendenza.

Un anno dopo che avevo iniziato il mio cammino di liberazione ho conosciuto Daniele. È stata una gioia immensa poter constatare che il Signore aveva operato nelle nostre vite in modo simile anche se non ci eravamo conosciuti fino a quel momento. Da lì in avanti abbiamo iniziato a collaborare affinché l’opera dell’associazione Liberati in Cristo, fondata da Daniele, potesse essere uno strumento che Dio utilizza per portare liberazione e guarigione nella vita delle persone. Sono grato a Dio per la condivisione che posso avere con Daniele e come questo sia uno strumento che lo Spirito utilizza per farmi andare avanti nel cammino di liberazione e purezza. Spero che queste parole possano esserti di aiuto e conforto per iniziare ad affrontare la tua dipendenza in modo diverso.