Relazionarsi in modo pornografico

Relazionarsi in modo pornografico

Io appartengo alla generazione che ha assistito all’entrata impressionante della pornografia in tutte le case, attraverso Internet. L’utilizzo della pornografia anche oggi non mostra segni di rallentamento. Belinda Luscombe, nel suo articolo sul Time intitolato “Porn and the Threat to Vitality”, scrive che una “società indipendente di monitoraggio del Web” ha contato circa 58 milioni di visitatori statunitensi di siti porno nel solo mese di febbraio 2006. Poi, “dieci anni dopo… il numero ha raggiunto i 107 milioni”. Cioè 107 milioni di visitatori al mese solo negli Stati Uniti!

L’enorme quantità di consumo dei materiali porno, unito al grande silenzio della chiesa riguardo alla sessualità, ha danneggiato non solo il mio sviluppo sessuale ma anche quello di milioni di giovani uomini e donne cresciute in una società pornografica. Le conseguenze sono state terribili e stanno pian piano venendo a galla, da quando i pornodipendenti millennial hanno iniziato a sposarsi, cercando di costruire delle sane relazioni.

Una delle conseguenze principali è lo sviluppo di uno stile relazionale d’impronta pornografica (PSR). Questo succede quando si permette alla pornografia di diventare l’insegnante o la guida principale del proprio sviluppo sessuale. Impariamo ad adottare certi modi d’essere che poi attuiamo inconsciamente nelle relazioni che sviluppiamo. Parlerò brevemente di sei modi di vivere una relazione di questo tipo ed esaminerò come queste categorie si manifestino quando sono inserite all’interno di una sana relazione.

  • La prima categoria riguarda il controllo. La relazione è unidirezionale ed è riempita di sole immagini. Quando ci si masturba di fronte a delle immagini, non c’è nessun altro da soddisfare o da considerare e si ha il controllo dell’intera scena. L’ambiente, il romanticismo, i rituali, l’intensità è tutto in tuo potere. Questo nutre l’egoismo innato ed il desiderio inconscio di avere un controllo assoluto sulla relazione intima. In una sessualità redenta, questa categoria corrisponde alla libertà di scegliere e scoprire l’amore dell’altro, entrambi i partner sono maturi e si preoccupano di far sentire l’altro al sicuro.
  • La seconda categoria riguarda l’oggettivazione. Il pornodipendente, guarda ormai cronicamente migliaia e migliaia di immagini e corpi che, con il passare del tempo, si fissano nel suo cervello desensibilizzandolo (Kühn, Simone & Gallinat, 2014). La ricerca ha rivelato che “i recettori cerebrali della dopamina si riducono se hanno a che fare con una sovrastimolazione cronica” (Kenny, Voren & Johnson, 2013). Nella pornografia, i corpi sconosciuti non hanno un nome, una storia. Diventano mezzi per raggiungere un solo obbiettivo: l’orgasmo. E quando non servono più, vengono scartati. L’oggettivazione porta a comportamenti sessuali disumanizzanti fornendo un’opinione negativa sulle donne (Bridges, 2010), e fa sì che i soggetti “affetti” dalla sindrome di PSR saltino da una relazione all’altra (proprio come quando passano da un’immagine pornografica all’altra), alla ricerca della persona perfetta che lo completerà. L’oggettivazione ripristinata diventa la categoria dell’onore. Il partner viene rispettato per il suo modo d’essere.  La sua voce, le sue opinioni e preferenze sono importanti tanto quanto quelle del partner. Ad entrambi i partner viene conferito lo stesso peso all’interno della relazione intima. Quando riesci a riconoscere l’imago Dei nel volto dell’altro, allora cercherai di onorarlo.
  • La terza categoria ha a che fare con la velocità. Il ritmo veloce delle relazioni assomiglia al culmine e all’intensità che offrono le immagini porno, all’impeto e al brivido di non essere scoperti, all’urgenza di consumare, certe volte anche in modo brusco provando inevitabilmente un grande senso di vergogna. Tutti questi elementi contraddicono e non assicurano affatto il mantenimento di un’intimità duratura. La velocità con cui si sviluppa una relazione comporta sicuramente un elevato legame emotivo e sessuale e non dà il tempo necessario per farlo crescere in profondità, mentre altre aree della relazione, come i legami intellettuali e spirituali, vengono trascurate o completamente dimenticate. Il contrario di questa categoria è la gradualità,che dà possibilità alla relazione di essere sviluppata e costruita lentamente. La gradualità fornisce alla coppia una solida e equilibrata base d’intimità, fa crescere insieme i partner, che piangano o ridano, nella gioia e nel dolore. Non ci si innamora per caso di qualcuno. L’amore è un processo che matura pian piano. Sono cose che probabilmente conoscete già, magari è stata vostra nonna ad insegnarvelo e non potrebbe essere più vero perché la gradualità contrasta le relazioni fugaci.
  • La quarta categoria riguarda la fame. Questo grande bisogno può esse placato solo con la presenza dell’altro. Si tratta di una condizione in cui i due partner sono bisognosi e cercano nella relazione la stabilità che non riescono a trovare da soli. Portando però a relazioni che si basano su un meccanismo di bisogno l’uno dell’altro e non di amore in sé.  La fame li spinge a consumare l’altro, piuttosto che a goderne. Questa fame, se redenta, si trasforma in desiderio. È una voglia sana, genuina, non un bisogno disperato da soddisfare.  Se vuoi capire se stai sviluppando o meno una relazione d’impronta pornografica basta pronunciare questa frase: “Io ti voglio, ma non ho bisogno di te per stare bene”. Se sei sicuro che senza l’altro ti sentirai ferito e deluso, ma che alla fine “starai bene”, allora stai provando un sentimento sincero e non stai cercando di “sfamare” una voglia sbagliata. Dunque, sei tu che decidi, non la tua carnalità. Il desiderio di aprire il cuore ad un’altra persona significa invitarlo/a a conoscerti per ciò che sei realmente, nonostante la paura. 
  • La quinta categoria riguarda l’isolamento. Indagando sul sesso da soli (per imparare) ma a porte chiuse e davanti allo schermo poco illuminato del computer, la nostra sessualità rimane nascosta, anche a noi stessi. Isolarsi diventa una sorta di spazio sacro da proteggere, e il pensiero di invitare un altro essere umano all’interno di questa area ci fa sentire minacciati, ci sconvolge. L’isolamento alimenta uno stile di vita segreta e ci separa dalle reali relazioni d’amore di cui abbiamo tanto bisogno. Il contrario dell’isolamento è la comunione. Essa è un legame aperto e condiviso con un’altra persona, che permette di entrare nella zona più protetta e vulnerabile della propria intimità. Nella fase della comunione ciò che si teme di più è il desiderio di aprire il cuore all’altro, facendoti conoscere con i tuoi pregi e difetti.
  • La sesta e ultima categoria riguarda la fantasia. È vero, l’immaginazione ti permette di fuggire dalla vita reale. In mezzo al mare delle forti emozioni come lo stress, l’ansia, la depressione, o il dolore inevitabile che una relazione sincera porta con sé, la fantasia aiuta ad alleviare la sofferenza, anche se per poco tempo. La pornografia favorisce uno stile di vita fantasioso, difficile da annullare, mentre le relazioni sane si nutrono solo della verità. Sicuramente la fantasia porta sollievo, ma non cambia le situazioni. Il contrario della fantasia è l’autenticità. Affinché le relazioni rimangano appaganti, durature e vere, entrambi i partner devono impegnarsi a comunicare e a condividere sia le cose spiacevoli che le speranze, i desideri, cercando di vivere nella verità. Quando uno dei partner vive una forma relazionale d’impronta pornografica (PSR), le possibilità che la coppia affronti il problema sono basse.

La mia speranza è che, sia che siate voi la persona porno dipendente o la persona con cui state cercando di costruire una relazione, queste categorie vi aiutino a prendere coscienza del vostro ruolo, del modo in cui vi relazionate con il mondo, spingendovi all’azione per poi poter iniziare il processo di trasformazione.

Autore: Andrew J. Bauman