Rabbia

Rabbia

Via da voi ogni amarezza, ogni cruccio e ira e clamore
e parola offensiva con ogni sorta di cattiveria!
Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri,
perdonatevi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo.

Efesini 4:31–32

Ogni uomo sia pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all’ira;
perché l’ira dell’uomo non compie la giustizia di Dio.

Giacomo 1:19–20

Quando un uomo inizia ad abbandonare la lussuria, la rabbia è spesso una delle prime emozioni che emerge. Questo succede perché nel tempo ha accumulato emozioni; all’anima non fa bene rimanere intrappolata per anni dentro una scatola. Un altro motivo potrebbe essere la repressione della rabbia, nei confronti delle persone che gli hanno inferto ferite nel passato. L’ultimo pezzo del puzzle è che la sua carne si scatena; il Grande Io non può più trovare consolazione nella lussuria, l’orgoglio, dunque, va su tutte le furie.

Mentre attraversavo questo momento, al mattino avevo spesso un momento tranquillo in presenza del Signore, sperando di sentirmi benissimo, ma subito dopo mi scaricavo su mia moglie. Non riuscivo a fermare il veleno emotivo che ribolliva dentro di me.

A quel tempo nutrivo un grandissimo risentimento verso diverse persone. Una delle quali era chi mi aveva molestato.

Sebbene non lo comprendevo, avevo molto da lavorare sul perdono. Quest’ultimo e il mio orgoglio erano i due elementi principali che alimentavano la mia rabbia.

Ci viene comandato di perdonare chiunque, con tutto il cuore (Matteo 18:35). Nulla di meno rimuoverà la radice dell’amarezza. Farlo, implica riconoscere che siamo stati feriti, stare in lutto se necessario e poi abbandonare il peccato, concedendo il perdono completo per ciò che ci è stato fatto. Se siamo diventati amari, celeremo i nostri sentimenti e negheremo di essere stati feriti; ma questo è stato ciò che ha avvelenato il nostro cuore, più di qualsiasi altra cosa.

Qualcuno sostiene che dovremmo aspettare fino a quando avremo voglia di perdonare, o solo se l’altra persona ce lo richiede, ma la Scrittura afferma tutto il contrario. “Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, affinché il Padre vostro, che è nei cieli, vi perdoni le vostre colpe” (Marco 11:25). Ci sono stati diversi casi nella mia vita, in cui Dio mi ha chiamato a perdonare qualcuno che mi ha ferito profondamente, inclusa la persona che mi ha molestato, senza aspettarsi una confessione.

Una volta scrissi ad una persona una lettera, dove spiegavo cosa mi avesse fatto e poi gli ho concesso il perdono. La sua risposta fu: “Scrivermi una lettera ti ha fatto sentire meglio?”, senza ammettere l’accusa. In un altro caso, stavo da solo con Dio e pregai, concedendo ad un’altra persona il perdono.

In entrambi i casi, ho sentito una pace e un senso di sollievo indescrivibile. La risposta della persona non era importante, perché ormai lo avevo già perdonato. La radice dell’amarezza era sparita e non avevo alcuna intenzione di piantarla di nuovo.

Non è importante come ci rispondono gli altri, ciò che veramente conta è sottometterci a Dio e perdonare come Egli ci comanda. Gesù ci diede un grandissimo esempio di perdono, quando chiese a Dio Padre di perdonare coloro che lo avevano insultato e poi crocifisso.

Per alcuni, perdonare sarà un elemento fondamentale nel viaggio verso la libertà.

Autore: Mike Genung (tratto dal libro “100 giorni di Cammino verso la grazia”)