Quando lo supererà?

Quando lo supererà?

Un ragazzo cade nella trappola del mondo pornografico a otto anni. Poco più che ventenne incontra la ragazza che poi sposa. Non le racconta nulla della sua abitudine segreta. Diventano marito e moglie. Con il passare degli anni il cuore del ragazzo si raffredda. Le loro risate, la loro gioia e la loro vita sessuale appassiscono. Trent’anni dopo il loro matrimonio peggiora e Dio fa scoprire alla moglie il suo “segreto”.

Lei è traumatizzata, arrabbiata ed è profondamente ferita. Si sente tradita. Durante tutti questi anni il loro matrimonio non è stato altro che una bugia. Anche lui si sente confuso, è furioso e pieno di vergogna. Chiede aiuto ed inizia a frequentare un gruppo di sostegno. Per la prima volta dopo tanto tempo, forse da quando era un ragazzino, non si masturba e non guarda materiale pornografico per ben due mesi. Si sente alla grande. Abbandonare la sbornia vergognosa dal porno è un piccolo miracolo per lui. Gli amici del gruppo di sostegno si congratulano con lui, per essere arrivato a 60 giorni di astinenza dal peccato.

Torna a casa dalla moglie e la trova distrutta. È talmente ferita che riesce a malapena a guardarlo. Egli la osserva e poi le dice la peggiore frase che una donna ferita non vorrebbe mai sentirsi dire: “Quando la supererai?”. Dopotutto, sono passati due mesi. Non vede i miei sforzi, i progressi che sto facendo? A lui, gli ci sono voluti solo due mesi per riprendersi. Non dovrebbe stare meglio anche lei adesso?

Facciamo un passo indietro e diamo un’occhiata al quadro generale.

Il peccato sessuale corrompe ogni parte degli uomini dipendenti dalla pornografia: il carattere, il funzionamento del cervello, le emozioni, la volontà, il discernimento spirituale. Sono completamente assorbiti dal sé e dal sesso. Mentono da sempre. Sono spiritualmente ciechi ed emotivamente rachitici. Il danno causato dalla loro dipendenza non si può alleviare in pochi mesi e nemmeno in un anno di astinenza. La guarigione richiederà anni.

Questi uomini sono infedeli. Mentono alle mogli, trattandole come cittadine di serie B, per la maggior parte del loro matrimonio. Preferiscono masturbarsi davanti alle foto di donne nude, piuttosto che godere l’intimità con il proprio coniuge. Il porno uccide il piacere sessuale della coppia; alcune non fanno sesso da anni.

Molte donne sono così traumatizzate, quando scoprono la dipendenza dei propri mariti, che preferiscono separarsi. Alcune addirittura finiscono in un reparto psichiatrico; ad altre vengono somministrati farmaci. Il senso di sicurezza che provano sparisce, così come la loro autostima. Hanno paura di tutto. Le loro emozioni assomigliano ad un’altalena. Si sentono profondamente ferite: un minuto hanno voglia di piangere e quello dopo sono un’arma da fuoco. Il loro percorso di guarigione richiederà tanto tempo.

Quando un marito dice alla moglie: “Quando la supererai?”, si smaschera da solo, rivelandole che l’Io regna ancora sul trono del suo cuore. Non gli importa niente del cuore di lei. La domanda: “Quando hai intenzione di superare questa ferita?” uccide la fiducia e l’intimità di una coppia e dimostra che quest’uomo ha ancora molto strada da fare per crescere. Non ha ancora capito quanto profondamente ha ferito la propria moglie. È ancora accecato dall’orgoglio.

Peggio se costui è pastore o svolge qualche ministero. Se inizia a tirare fuori versetti biblici, in particolare quello dove “le mogli si devono sottomettere al marito”, oltrepassa il limite, abusando spiritualmente della moglie.

Una moglie scrive:

Mio marito è un pastore ed io gli sono sempre stata accanto, aiutandolo nel suo ministero. Sono rimasta scioccata nel trovare sul suo telefono e sulla cronologia dei siti porno. Quando l’ho affrontato dicendogli che sapevo che guardava certi contenuti, è andato su tutte le furie incolpandomi. La sua rabbia durò 2 giorni. Gli dissi che doveva chiedere subito aiuto a qualcuno della nostra assemblea. Quando lo ha fatto, non c’era nessuno che lo seguiva realmente e non gli è mai stato chiesto di prendere una pausa.

Sto ancora lottando ma mi sento abbandonata da mio marito, dalla mia chiesa e da Dio. Mio marito deve ancora pentirsi. Ha ammesso vagamente di essere porno dipendente. Quando affrontiamo l’argomento sembra calmo e non si arrabbia più.

È bloccato emotivamente e mi ritiene colpevole ed incapace di farlo sentire al sicuro. Allo stesso tempo rifiuta ogni mio tentativo di ascoltare i miei sentimenti. Se condivido il mio stato d’animo, lui o mi dà la soluzione, oppure mi tranquillizza dicendomi, “mi dispiace che la pensi in questo modo”.

Sento ancora che lui incolpa me per il suo peccato. Mi dice che trova più conforto nel porno, che in me. Ho iniziato a parlare con una psicologa, che sta cercando di farmi capire che sono co-dipendente da mio marito, solo che io non riesco ancora a vedere chiaro. Mi ha chiesto di leggere un libro che parlava della co-dipendenza ma è stato poco utile e mi ha lasciato più confusa e dubbiosa di prima.

È stato un anno di attesa e di perdono; ho cercato di far conoscere a mio marito i miei bisogni, confrontandomi con lui quando necessario eppure lui nutre nei miei confronti gli stessi atteggiamenti, ed è emotivamente superficiale. Ieri sera stavo pensando allo scarso progresso che abbiamo fatto. Mi sento disorientata, sola. Sto lottando duramente per mantenere intatta la mia fede. E… non voglio più affiancarlo nel suo ministero.

Un marito seriamente intenzionato a ricostruire il proprio matrimonio non deve mai chiedere alla moglie: “Quando lo supererai?”. La lussuria si nutre di egoismo e d’orgoglio; tali affermazioni mostrano che sta ancora camminando su un terreno scivoloso. È solo questione di tempo prima che cada di nuovo con la faccia per terra.

Il marito piuttosto dovrebbe chiedere a sua moglie: “Come stai tesoro?”, pronto ad ascoltare senza interromperla o mettersi sulla difensiva. Non deve assolutamente incolparla della sua dipendenza, non si deve giustificare. Per poter iniziare la ricostruzione del proprio matrimonio è fondamentale assumersi le proprie responsabilità riguardo al peccato.

Egli non deve vantarsi delle piccole vittorie. Pochi mesi di astinenza non lo guariranno da anni o decenni di tradimenti e ferite. Dovrebbe piuttosto cercare di dimostrarle che tiene più a lei, che a sé stesso.

SUGGERIMENTO: (Iniziare a fare le cose che tua moglie ti ha chiesto di fare e che tu hai ignorato per anni, questo farà la differenza). Le promesse vuote stroncano la fiducia, mentre le azioni la ricostruiscono. Diventa un buon ascoltatore. Non ti stupire delle emozioni altalenanti che scivoleranno tra rabbia e il pianto. All’inizio la corsa sembrerà difficile, ma poi tutto si stabilizzerà. Preparati per il lungo viaggio e cammina accanto a lei, qualunque cosa accada. Prega per lei e insieme a lei ogni giorno.

Autore: Mike Genung