Persi in un mare di pixel

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Uomini, pornografia e l’illusione di aver tutto sotto controllo

La pornografia sta rovinando i legami emotivi degli uomini e la loro capacità di vivere un’autentica intimità? Le conseguenze della sua fruizione vengono spesso trascurate.

Le esposizioni sul sessismo e il razzismo nella pornografia che ho tenuto per tre decenni, sono cambiate di pari passo con il cambiamento del settore pornografico e della cultura. Ma una domanda posta un giorno da una donna è rimasta uguale e emerge inevitabilmente durante le discussioni: “Perché agli uomini piace così tanto la pornografia?”.

Se ci basiamo su anni di ricerche scientifiche e di impegno pubblico, credo che la risposta sia semplice: la pornografia produce orgasmi rapidi ed efficaci senza richiedere la vulnerabilità che esige l’intimità. Gli uomini possono provare piacere sessuale mantenendo il controllo. O per meglio dire, si illudono di avere tutto sotto controllo.  Per saperne di più su questo argomento leggi l’articolo fino alla fine.

In primo luogo, la critica femminista rivolta alla pornografia – che è alla base dei miei scritti – si concentra sui danni psicologici e fisici causate alle donne, sulla produzione di materiali sessualmente espliciti; sulle immagini sessiste e razziste che dominano il mercato pornografico, e sul potere che esercitano sull’immaginario erotico degli utenti.

Dall’inizio dei miei studi sull’industria pornografica, alcune cose sono cambiate. La tecnologia ha fatto passi da gigante, permettendo il passaggio dalle riviste e dai film, agli home video e a Internet. La pornografia è diventata facilmente accessibile. Si notano altre tendenze altrettanto evidenti: durante questi tre decenni, alle attrici dei film porno è stato chiesto di compiere atti sessuali sempre più estremi e pericolosi; la natura crudele e degradante delle immagini si è intensificata ed è aumentato il numero di donne che consumano materiale pornografico, un tempo considerato esclusivamente di interesse maschile.

Per chi fa uso regolare di pornografia, maggiormente i maschi, un elemento rimane invariato: il porno sembra fornire piacere sessuale senza i rischi che comporta l’intimità.

Quando siamo in intimità con un’altra persona, ci apriamo ad emozioni intense, che non possiamo prevedere e tanto meno controllare. In una cultura che ci addestra a mantenere il controllo, molti uomini credono che l’intimità minacci questo senso di potere. La pornografia offre l’illusione di un’esperienza erotica senza rischi. Ma tutto ha un costo.

Dietro le domande che le donne fanno riguardo l’attrazione degli uomini per la pornografia spesso si nasconde un’esperienza intima con partner maschili che sono distanti o disconnessi, durante l’atto sessuale. A volte questo può essere un problema non legato alla pornografia, ma l’uso giornaliero di materiali sessualmente esplicito intensifica il distacco.

Dopo queste presentazioni ho parlato con molte donne e il tema comune era la fatica di continuare a stare insieme a degli uomini distaccati, che non hanno voglia di impegnarsi emotivamente durante l’intimità. La situazione diviene ancora più difficile quando alcuni di questi iniziano a praticare il “sesso violento”, una vera consuetudine nel mondo del porno, oppure atti sessuali che le partner trovano scomodi o dolorosi.

La critica femminista non giudica il desiderio sessuale delle persone, ma non approva le conseguenze negative che si ripercuotono sia sulle donne utilizzate nella produzione dei film porno, che sugli uomini che ne fanno uso. La critica non pretende che la pornografia elimini lo sfruttamento sessuale delle donne ma in una cultura satura di pornografia non bisogna ignorare l’impatto che questo genere mediatico esercita nelle nostre vite. Farlo sarebbe folle.

Le femministe si concentrano sui danni causati alle donne ed è giusto così, visto che si tratta di un movimento femminile. Ma le femministe con cui ho lavorato sono anche consapevoli dell’influenza negativa che la pornografia ha sugli uomini. Questo non significa che tutti gli uomini eterosessuali condividano le stesse esperienze o che quelle dei gay siano esattamente le stesse. Ma considerando tutte le interviste e le conversazioni informali avute con centinaia di uomini, posso affermare che esista negli uomini una sorta di schema mentale di particolare sofferenza in coloro che fanno uso di pornografia.

Questo ci riporta, finalmente, all’illusione della pornografia di poter controllare tutto. In primo luogo, gli uomini per quanto possano cercare di essere all’altezza dello standard maschile di durezza, non possono nascondersi dalle proprie emozioni, almeno non per sempre. Non importa quanto sono bravi a contenersi, le emozioni emergeranno sempre.

Credo che gran parte del senso di colpa e della vergogna che molti uomini provano, non fa riferimento alla religiosità o alla prudenza, bensì al riconoscimento di aver oggettivizzato i corpi femminili per il proprio piacere – l’essenza della pornografia – detestando al tempo stesso questo modo di essere. Vogliono semplicemente essere umani ma si sa, la pornografia rende questo difficile.

C’è una seconda trappola in cui cadono molti uomini: l’uso regolare della pornografia permette alla stessa di controllarli. Molti uomini hanno condiviso con me il dolore che provano nel rendersi conto di come la pornografia abbia colonizzato la propria immaginazione sessuale. Alcuni non riescono a stare in intimità con la propria amata, senza pensare al porno. In casi estremi, gli uomini che fanno uso compulsivo di pornografia, sperimentano disfunzioni erettili con le partner. Ma per quanto si rendano conto degli aspetti negativi, molti di loro non riescono a smettere di masturbarsi con queste immagini. Indipendentemente dal fatto che la pornografia sia o meno classificata ufficialmente come una dipendenza – e credo che dovrebbe esserlo – alcuni uomini non riescono ad uscirne facilmente.

L’unico consiglio che posso dare a questi uomini è che se cercano di affrontare il loro disagio da soli, falliranno.

L’unico modo per uscire da questo ciclo di eccitazione e rimpianto è abbandonare l’illusione di poter controllare tutto.

La terapia può essere d’aiuto quando i consulenti comprendono le dinamiche distruttive della pornografia.

Parlare apertamente e onestamente con altri uomini è importante.

Per me, la critica femminista della pornografia e del dominio maschile in generale, è stata essenziale: mi ha fatto conoscere un modo diverso di vivere. Aprirsi con un terapeuta, con altri uomini, con delle femministe: tutto questo ci costringe a diventare vulnerabili. Essere vulnerabili, fa parte dell’essere umano.