L’impatto dell’eredità e della vergogna

L’impatto dell’eredità e della vergogna

Come i cristiani devono aiutare le persone sulla strada della guarigione e della redenzione

Avevo appena compiuto 6 anni. Alla festa del mio compleanno ero molto felice, perché mi avevano regalato quello che tanto desideravo!

Un vero completo da cowboy: i gambali, il gilet, il cappello e, naturalmente, due pistole che avrebbero fatto sentire completo qualsiasi cowboy. Ero orgoglioso di indossarlo, mi sentivo in cima al mondo.

Ma quella sensazione ebbe vita breve. Non dimenticherò mai il dolore e la confusione che provai quando lei mi molestò per la prima volta. Il mondo mi crollò addosso. Mi fidavo di lei: era la mia babysitter.

Perché lo ha fatto? Non capivo, mi sentivo bene e male allo stesso tempo. Mi chiedevo perché il mio corpo reagiva, nonostante sapessi che tutto questo fosse sbagliato. Pensai subito di essere cattivo, che fosse colpa mia. Avrei dovuto comportarmi meglio. Da quel momento mi convinsi che c’era qualcosa di sbagliato in me.

Quel giorno, la vergogna entrò a far parte della mia vita. Mi accompagnava tutti i giorni, mentre le molestie continuavano. Mi sussurrava di essere indegno, sporco, disgustoso. Mi ha addirittura convinto che fossi una persona indegna di essere amata e protetta.

Ho creduto a queste cose con grande convinzione. Ero una persona usa e getta, di nessun valore e niente o nessuno al mondo mi avrebbe potuto convincere del contrario.

Da quel giorno giurai a me stesso che non avrei mai permesso a nessuno di conoscermi profondamente, cosicché non avrebbero capito quanto fossi spregevole, non mi avrebbero smascherato e non mi avrebbero umiliato, per poi abbandonarmi.

Tutte queste idee erano le bugie della vergogna. Essa è un cancro velenoso che cerca di erodere quella parte di noi che crede che abbiamo valore, speranza e che le cose possono cambiare in meglio.

La vergogna è un’emozione che abbiamo provato tutti. Spesso viene definita un “sentimento”, ma in realtà è molto di più. La vera fonte della vergogna è “la convinzione dolorosa che siamo esseri umani difettosi” (Potter-Efron).

Una persona che prova vergogna non solo si sente indegna, ma crede di non avere alcun valore, e pensa addirittura che sarebbe meglio se non vivesse; non crede di aver FATTO qualcosa di sbagliato, ma crede di ESSERE sbagliato.

I sentimenti, si sa, sono fugaci e cambiano continuamente. Le convinzioni invece, non lo sono. Esse sono molto più concrete e richiedono un notevole impegno per ribaltarle, annullarle e cambiarle.

Leggi la storia di Evelyn:

Sono nata in una famiglia distrutta. Mia madre era un’alcolizzata, perseguitata dal dolore degli abusi sessuali subiti. Mio padre era un pedofilo e ha abusato di me da quando ero piccola. E come se non bastasse, ha deciso di vendermi ai suoi amici e alla fine a degli estranei. Avevo appena 10 anni la prima volta che sono stata vittima di tratta. All’età di 13 anni ero già alcolizzata e tossico-dipendente. Ora che mi avvicino ai 40 anni sono riuscita a sfuggire allo stile di vita della tratta degli esseri umani e sto provando a demolire le convinzioni ed i comportamenti derivati dalla vergogna del trauma infantile subito. Per oltre 30 anni ho creduto alla menzogna che ero una ragazza inutile, sporca, una poco di buono, non degna di essere amata o protetta. L’idea su me stessa mi ha obbligato a vivere in contesti orribili e distruttivi.

Quando qualcuno sta lottando contro una dipendenza o uno stile di vita distruttivo, che si tratti di sesso, di droghe, di alcool, di cibo, di pornografia, di gioco d’azzardo e altro, bisogna ricordargli che la vergogna è la vera responsabile e la radice di tutto il male che sta vivendo. Evelyn non credeva di aver FATTO qualcosa di sbagliato, credeva di ESSERE una ragazza sbagliata. La verità è che la sua vergogna è iniziata molto prima della sua dipendenza e del suo stile di vita distruttivo.

Le dipendenze e i comportamenti dannosi sono il frutto di una convinzione profondamente radicata e basata sulla vergogna. Essi sono sicuramente UN problema, ma non sono IL problema.

Evelyn non è sola nella sua lotta.

Anch’io ho intrapreso un percorso distruttivo e segreto nel consumare del materiale pornografico, frequentare le prostitute e gli strip club, spinto dalla vergogna e dalle molestie subite. In fondo, desideravo disperatamente essere veramente conosciuto e amato per quello che ero, ma credevo fermamente di non essere amabile. Ho quindi nascosto la mia parte più intima a tutti, ai fratelli della mia chiesa, ai miei amici, alla mia stessa moglie ed ai miei figli.

Nessuno di loro ha mai saputo della mia lotta. Ormai ero convinto che il desiderio di essere veramente conosciuto e amato poteva essere soddisfatto solo attraverso le immagini trovate sulle pagine di una rivista, o guardando delle donne che si esibivano sul palcoscenico di qualche club. Tuttavia, sapevo benissimo che questo tipo di appagamento era vuoto e pieno di vergogna. E io mi sentivo esattamente così.

La società ci insegna che il frutto delle nostre azioni – le nostre dipendenze e comportamenti compulsivi – sono il vero problema. Allora iniziamo a leggiamo dei libri per trovare una soluzione, frequentiamo centri di consulenza o di cura, ci rivolgiamo alla chiesa o alle istituzioni religiose per trovare assistenza e guida, oppure ci uniamo a uno dei tanti gruppi anonimi, nel tentativo di correggere i nostri comportamenti compulsivi e liberarsi delle nostre dipendenze.

Troppo spesso queste risorse, anche se ben intenzionate, si concentrano esclusivamente sulla correzione del comportamento. Si cerca di sradicare il frutto. Ma proprio come un albero che viene potato, il frutto sparisce momentaneamente, per poi tornare più forte e resistente che mai.

Possiamo passare tutta la vita cercando di gestire i nostri comportamenti, ma fino a quando non taglieremo la radice della vergogna, non ci libereremo mai da certi atteggiamenti peccaminosi, che danneggiano non soltanto noi ma anche chi ci sta accanto.

Purtroppo le risorse offerte dai percorsi di guarigione, nonostante le buone intenzioni, aumentano la vergogna, piuttosto che sradicarla. Come accennato in precedenza, la persona che prova vergogna crede di ESSERE sbagliata o cattiva, nonostante non abbia FATTO niente di sbagliato o di cattivo.

Dunque, la vergogna annienta e distrugge la nostra identità, affondando le sue radici più in profondità.

Nei gruppi di supporto purtroppo viene insegnato alle persone di sottolineare chi sono. Ecco qualche bugia che non fa altro che accrescere la vergogna:

  • SONO un alcolizzato.
  • SONO un sesso dipendente.
  • SONO un tossicodipendente.

Ci viene insegnata la bugia che SIAMO la nostra lotta e che le esse ci definiscono. La verità è che siamo molto di più delle nostre lotte. Siamo esseri umani, creati da Dio con uno scopo ma, a causa della vergogna, capita di lottare contro dipendenze e/o comportamenti dannosi.

“Mi chiamo Gene e lotto contro la dipendenza dal sesso”.

La mia lotta non mi definisce. E anche la tua non ti definisce.

La vergogna non può essere curata dalla vergogna.

Un uomo è letteralmente ciò che pensa. Questo concetto viene rafforzato anche dal noto proverbio:

Come un uomo pensa nel suo cuore, così egli è.

Proverbi 23:7

Ciò che crediamo di essere, lo diventiamo. Quando siamo portati a credere di essere indegni, non amabili, cattivi, malvagi, sporchi, seguiremo uno stile di vita che rafforzerà tali convinzioni. Possiamo definirla come una profezia oppure è semplicemente l’impatto della vergogna.

Riesci ora a capire come la vergogna sia diventata la forza motrice per me e per Evelyn? Entrambi abbiamo sperimentato ferite infantili dolorose e le convinzioni fondate sulla vergogna hanno messo radici, divenendo il filtro attraverso il quale abbiamo vissuto le nostre vite. La vergogna ci ha squalificati dal credere di essere idonei a ricevere il vero amore. Così abbiamo deciso di soddisfare il disperato desiderio di essere amati con fonti contraffatte, che non sono mai riuscite ad appagare tale bisogno.

E indovina cosa fa la società? Celebra, premia e ricompensa qualsiasi intrattenimento, film e musica che risaltano e lodano questo stile di vita. Poi, quando queste cose si verificano nella vita reale, ci sentiamo disgustati, etichettando queste persone come “clienti”, pervertiti e poco di buono; chiamiamo le donne che esercitano questo mestiere meretrici e con altri termini offensivi.

Così facendo annaffiamo i semi della loro vergogna, spingendoli ancora di più verso comportamenti distruttivi. La vergogna impedisce di creare relazioni reali sia al consumatore dell’industria del sesso che a coloro che vi lavorano. Tutto opera in base alle convinzioni instillate in loro, sin dalla tenera età. Pensano: “Sono sporco, ignobile e poco amabile. Non voglio rivelare a nessuno questi pensieri intimi. Se lo facessi sarebbe la fine per me e per le mie relazioni. Tutti si allontanerebbero e mi abbandonerebbero”.

La paura e la vergogna di una possibile esposizione, mantengono queste storie sepolte e nascoste, lontane dalla luce. Ma non puoi guarire le ferite che tieni nascoste.

La lotta segreta cancella ogni opportunità di guarigione e vero recupero. Se le persone non lottano alla luce del sole, lo faranno nell’oscurità, con le loro forze e senza successo. Per cambiare e guarire bisogna esternare il peccato e vivere apertamente, circondarsi di persone fidate, pronte ad accettarti per quello che sei, che ti sappiano aiutare in modo pratico, che abbiano parole di incoraggiamento e che ti ricordino che la tua lotta non definisce la tua identità.

Il dottor Brenè Brown, noto autore e ricercatore, afferma: “La vergogna non può sopravvivere all’empatia”. Possiamo accettare una persona senza approvare il suo comportamento. Possiamo rifiutare di avere a che fare con certi comportamenti ma non dobbiamo respingere la persona.

Quando è stato scoperto il mio peccaminoso stile di vita, ho passato un lungo periodo di umiliazione, rifiuto ed isolamento. Sono stato pubblicamente svergognato e quelli che consideravo i miei più stretti amici e confidenti mi hanno abbandonato. La mia chiesa mi ha ripudiato. Il mio matrimonio è stato distrutto.

Le convinzioni provenienti dalla vergogna che provavo si sono rafforzate come mai successo prima. Ero irrimediabilmente senza speranza.

In quel periodo ho preso in considerazione l’idea del suicidio. Tuttavia ho voluto rischiare un’ultima volta condividendo la mia lotta con un caro e fidato amico e mentore. Sapevo che poteva arrabbiarsi e rifiutare di avere a che fare con me, ma ho comunque voluto correre questo rischio.

Quello che ha fatto dopo aver sentito la mia storia mi ha letteralmente cambiato la vita. Si è alzato, e mentre mi aspettavo di essere cacciato fuori dal suo ufficio, si è avvicinato, mi ha abbracciato forte e ha pianto con me. Finalmente, ho trovato qualcuno che mi aveva accettato per quello che ero, un uomo distrutto, ma redimibile.

Ha fatto l’esatto opposto di tutto ciò che avevano fatto gli altri. Ha messo da parte ogni pregiudizio, scegliendo di amarmi ed accettarmi. Il suo abbraccio sincero ha sconfitto le bugie in cui credevo. La sua empatia mi ha permesso di separare il mio essere, dal mio fare. Mi ha aiutato a ricordare chi ero, cosa avevo fatto e cosa mi era stato fatto. Quel giorno le sue azioni hanno cambiato il corso della mia vita e sono stato finalmente in grado di iniziare il viaggio verso la guarigione.

Le sue azioni non mi hanno liberato dalle conseguenze delle mie scelte con le quali dovevo convivere. Amare qualcuno non significa scusare il suo comportamento o giustificare il peccato. Lasciamo il perseguimento della giustizia a coloro che sono deputati a farlo, noi nel frattempo esercitiamoci a praticare la compassione.

Immagina solo per un momento come potrebbero sentirsi le persone che lottano contro uno stile di vita peccaminoso, se potessero avere anche solo un assaggio della liberazione, della speranza e dell’accettazione che io ho sperimentato quel giorno?

E se fossimo l’unico amico che vede oltre la nuvola della distruzione ed individua l’umanità della persona che sta lottando contro il peccato? E se fossimo gli unici in grado di far capire loro che sono eredi e portatori dell’immagine di Cristo?

Se la compassione di un uomo ha cambiato il percorso della vita di un altro uomo, che a sua volta ha avuto un impatto positivo su migliaia di persone distrutte e ferite, immagina il cambiamento radicale che vedremmo se tutti seguissimo il suo esempio. Immagina tutti gli uomini, le donne e i bambini che verrebbero risparmiati dalla lotta contro la vergogna.

Mettiamo da parte i nostri pregiudizi e lavoriamo insieme per fornire un luogo sicuro, nel quale le persone che lottano contro la vergogna possano iniziare a guarire.

Autori: Gene McConnell, Alisa Drake (Coautori)