Le benedizioni della sofferenza

Le benedizioni della sofferenza

“Fratelli miei, considerate una grande gioia,
quando venite a trovarvi in prove svariate,
sapendo che la prova della vostra fede produce costanza.
E la costanza compia pienamente l’opera sua in voi,
perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti”
Giacomo 1:2-4

“Sebbene fosse Figlio, imparò l’obbedienza dalle cose che soffrì”
Ebrei 5:8

La sofferenza è una delle grazie nascoste della vita.

      Direi persino che ne abbiamo bisogno.

      Essa ci purifica. Le fiamme della tribolazione bruciano l’egoismo, l’orgoglio, la lussuria e la paura. È difficile essere orgogliosi quando siamo alla disperata ricerca di risposte, speranza o incoraggiamento. L’orgoglio viene sconfitto quando abbiamo bisogno di essere costantemente circondati dagli altri. Paura della sofferenza? Le prove sono un modo per costringerci a fidarsi di Dio, rendendo più forte la nostra fede. E chi vuole sentir parlare della lussuria quando si cammina nella “valle dell’ombra della morte”? Ciò peggiorerebbe solo le cose.

      Impariamo cosa è la fede nella scuola domenicale, iniziamo a conoscere Dio, ma non camminiamo con Lui. Vediamo la vita cristiana attraverso delle lenti rosa, pensando che se saremmo abbastanza bravi, non ci accadrà nulla di male, ma il libro di Giobbe fa cadere questo mito.

      La sofferenza ci segna a vita, ci insegna come affrontarla equipaggiandoci con i giusti strumenti per poter aiutare gli altri. Le nostre prove non riguardano solo noi.

      Ho notato che quando sto male, trovo grande incoraggiamento dalle persone che conoscono personalmente il dolore. Avere qualcuno che possa capire la mia sofferenza è confortante e mi fa sentire meno solo. La sofferenza crea unione.

      Le prove inoltre ci avvicinano di più a Dio. Quando la vita non va per il verso giusto, iniziamo a pregare il Signore intensamente, leggiamo in modo affamato la Bibbia cercando disperatamente la Sua presenza. Tutto ciò porta il nostro rapporto con Dio ad un livello più intimo e questo è meraviglioso.

      La sofferenza scaccia via il materialismo e non cerca il proprio piacere, riallinea piuttosto le nostre priorità. A cosa servono le cose materiali o i piaceri quando la malattia ci porta via una persona cara? O quando soffriamo fisicamente? O quando abbiamo perso tutto? Quando non abbiamo delle “cose”, siamo costretti a valutare ciò che è veramente prezioso nella vita: Dio e le persone attorno a noi.

      La sofferenza riduce un uomo ai minimi termini. Toccare il fondo non è divertente, ma se il risultato finale è liberarsi dalla lussuria, allora ne vale il prezzo.

      Ebrei 5:8 dice che Gesù “imparò l’obbedienza” dalle cose che soffrì. Dopo aver vissuto la vita a modo nostro, ora che abbiamo ceduto tutto il controllo a Dio siamo meravigliati nello scoprire che non c’è niente di meglio che essere al centro della volontà di Dio.

      Giacomo 1:2 riassume tutto questo: “la prova… produce costanza”. I fuochi della sofferenza forgiano una fede che non si fermerà davanti a nulla, un amore che persevera in ogni circostanza e la forza di resistere alla tentazione nella battaglia più feroce.

      La sofferenza, come dice Dio, ci rende “perfetti e completi, di nulla mancanti”.

      Accetta dunque le tue prove.

Autore: Mike Genung (tratto dal libro “100 giorni di Cammino verso la grazia”)