L’autocommiserazione: come scrollarla di dosso e trovare la libertà in Cristo

L’autocommiserazione: come scrollarla di dosso e trovare la libertà in Cristo

Quando parlo con persone dipendenti dalla pornografia, uno dei temi che solitamente emerge riguarda l’auto-condanna. Alcuni sono molto duri con loro stessi. Si sentono sopraffatti dalla colpa e dalla vergogna. Similmente io sono molto duro con me stesso. Mi metto sempre in discussione. Dopo aver scritto un articolo, registrato un podcast, predicato un sermone, o anche dopo aver studiato la Bibbia, mi chiedo continuamente se ho fatto abbastanza. Sono consapevole che la mia performance non conta ma ci tengo a fare bene il mio lavoro. Voglio che tutto ciò che faccio sia perfetto. Tuttavia c’è da dire che in realtà ognuno di noi teme, chi più chi meno, il giudizio degli altri e abbiamo bisogno della loro approvazione, quando in realtà dovremmo avere timore solo di Dio. In questo articolo vorrei spiegare come “scavalcare” i sentimenti negativi e trovare la speranza che abbiamo in Gesù Cristo.

Non c’è nessuna condanna in Cristo

Gesù iniziò il Suo ministero portando un messaggio completamente diverso da quello che  insegnavano i leader religiosi. Aprì il libro del profeta Isaia e lesse il capitolo 61, annunciando di essere venuto a liberare i prigionieri di cui parla il vangelo di Luca 4:18. Questo messaggio rivoluzionario è valido anche oggi. 

Il Vangelo è una buona notizia per chi si trova in qualsiasi tipo di dipendenza e per chi teme il giudizio del prossimo e rappresenta la migliore notizia al mondo per le persone “prigioniere” dei sentimenti di auto-condanna. La buona novella ci dice che siamo accettati, amati e considerati prediletti da Dio, attraverso Cristo. 

La nostra quotidianità non è più connotata dall’odio per sé stessi, dall’auto-condanna o dal colpevolizzarsi, come se fossimo persone di poco valore. Al contrario, il Vangelo ci fornisce speranza, guarigione e liberazione da tutti questi sentimenti.

Paolo inizia la lettera ai Romani con una franca discussione sulla realtà del peccato. Ci mostra che la moralità non salva e spiega la natura depravata dell’uomo; alla fine di Romani 3:26 scrive: 

“Per dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù.”

L’apostolo sa bene che l’uomo abbandonato a sé stesso continuerà sempre a peccare, ma comprende anche che il Vangelo rappresenta la sua unica speranza.

Nei capitoli 4 e 5 di Romani, Paolo spiega la dottrina della giustificazione che consiste nel fatto che Gesù, innocente e senza peccato, morì sulla croce al posto nostro, per riappacificarci con Dio e renderci giusti davanti a Lui. Nella lettera ai Romani capitolo 6 e 7 ci spiega la nostra nuova identità in Cristo, ma ci mette in guardia dalla nostra vecchia natura peccaminosa, anche se siamo diventati cristiani.

Dopo aver approfondito il cuore della teologia cristiana, spiegando la natura peccaminosa dell’uomo, la giustificazione, la nostra nuova relazione con Dio e come sviluppare una relazione profonda e intima con il Signore, Paolo inizia il capitolo 8 della lettera ai Romani con una frase interessante che rappresenta il “cuore” di questo articolo: 

“Non c’è dunque nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù”.

Ogni volta che Paolo usa la congiunzione “dunque”, devi stare attento perché sta per comunicare qualcosa di molto importante. Prenditi un minuto e rifletti su ciò che sta dicendo qui. Prima ha parlato della natura peccaminosa dell’uomo, della giustificazione, della sua nuova identità e della realtà del peccato insita nella vita del cristiano. Ora invece si sofferma sul fatto che chi è in Cristo Gesù non solo è in comunione con Lui ma non vive più sotto la condanna della legge.   

Perché è facile autocommiserarsi

Quando consiglio alle persone dipendenti dalla pornografia di smettere di piangersi addosso, qualcuno pensa che io svaluti la grazia di Dio. I sesso-dipendenti si sentono intrappolati e senza speranza. Vivono in un ciclo continuo di falsi pentimenti, sensi di colpa e vergogna. Non possono vedere, gustare o sperimentare la grazia di Dio in mezzo alle difficoltà. Mentre cerchiamo di risolvere insieme le  loro problematiche, parliamo anche della realtà del peccato. Chiedo a loro di spiegarmi il Vangelo. Domando se hanno compreso bene il messaggio della salvezza e se sono veramente credenti. Spesso queste persone (specie se lottano contro il peccato della lussuria) faticano a credere di essere veramente salvati. Sono certo che tanti dei miei consigli  possono aiutarli a comprendere il Vangelo in maniera adeguata, ma prima devono capire che il loro peccato spezza la comunione con Dio. Devono comprendere che la certezza della loro salvezza non dipende dalle loro opere buone, bensì dalla grazia di Dio. Come disse una volta John Piper, non potremmo essere cristiani neanche un secondo se non fosse per la misericordia di Dio.

Molte delle persone sesso-dipendenti conoscono chiaramente quali siano le corrette dottrine teologiche. Molti credono in Dio da sempre. Sarebbero in grado di rispondere a qualsiasi domanda dottrinale li venisse posta. Il problema è proprio questo: non sono certi di essere salvati perché non capiscono che il loro peccato è una cosa estremamente seria davanti al Signore. In 1 Giovanni 1:7-8 leggiamo: 

“Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi.”

L’apostolo rivolge queste parole al popolo di Dio, avvertendolo che non possono vivere come vorrebbero. La stessa cosa ripete anche Paolo in Romani 6:1 ricordandogli che se pensano di non aver mai peccato o che non lo stiano facendo tutt’ora, ingannano loro stessi. Il peccato insito in loro è reale. Ecco perché Giovanni nella sua lettera ci fornisce delle indicazioni per capire se abbiamo realmente ricevuto la salvezza. I veri cristiani sono quelli che amano la verità, amano il prossimo e dimostrano con parole e azioni che amano Dio. Per usare il linguaggio di Giacomo, non dovremmo essere solo ascoltatori della Parola ma anche suoi esecutori (Giacomo 1:22).

Tu ed io possiamo usare le parole nel loro senso appropriato fino all’esasperazione, giurare fedeltà alla dottrina ma perdere di vista l’obbiettivo. Non c’è nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù. Dimori in Cristo in questo momento? Sei nato di nuovo dallo Spirito Santo? Gli altri possono vedere dei cambiamenti, anche se piccoli, nella tua vita? Riesci a notare il processo di trasformazione che Dio con la Sua grazia ha iniziato in te? Ora sì che si fa sul serio! Possiamo trovare le frasi giuste o possiamo essere onesti. Possiamo dire: “Sì, il mio peccato è ripugnante”, oppure no. Quando condividiamo onestamente con le persone le nostre lotte, ci esponiamo alle loro domande riguardo la nostra vita. Quando sono stato liberato dalla dipendenza dalla pornografia, lo Spirito Santo mi ha gentilmente convinto del mio orgoglio e della mia ipocrisia. Mi ha mostrato la bruttezza del mio peccato. Più comprendi il Vangelo, più desidererai mettere in pratica ciò che impari. 

Esso è uno strumento efficace e possiede delle capacità che lo rendono il mezzo perfetto, usato dallo Spirito Santo, per far crescere spiritualmente le persone all’interno della chiesa di Dio.

C’è speranza per chi lotta contro l’autocommiserazione

Forse in questo momento stai lottando contro la tua auto-vittimizzazione. Vorrei tanto farti capire che Cristo è l’unica speranza verso la liberazione. Lui è più grande dei tuoi sentimenti. E’ l’unico che giustifica gli empi. Trasforma i nemici in amici. Fa che i ribelli diventino i Suoi servitori. Non devi provare qualche emozione particolare che ti convincerà della Sua reale esistenza. Lui esiste davvero ed i tuoi sentimenti non lo renderanno meno reale. Gesù è al di sopra dei nostri sentimenti. Il Suo standard è la Verità. Cristo attraversa le nostre paure, si tuffa a capofitto nell’intimo del nostro cuore, trasformando radicalmente la nostra vita. Lo ha fatto anche con me. Continua ancora a cambiarmi e gradisce il mio desiderio di amarLo profondamente, vivendo una vita santa.

Molti di noi non hanno veramente la pace di Dio nel cuore, per il semplice motivo che non comprendono la realtà della Sua pace. Gesù è il portabandiera delle nostre vite. Quando ci sentiamo abbattuti in pratica diciamo che Gesù non ci basta in questo momento, in questo periodo, o forse non ci basta affatto. Mettiamo in dubbio la Sua bontà e lo accusiamo. Invece di fidarci delle Sue promesse, ci affidiamo alle nostre forze. Invece di temerlo, abbiamo paura di ciò che gli altri penseranno se condividiamo le nostre lotte contro il peccato. 

Il Vangelo ci rende liberi di condividere apertamente e onestamente gli uni agli altri i problemi, confessare i peccati trovando libertà e speranza in Gesù. 

Quando rifletto sulle parole che Paolo scrive in Romani 8:1 – “Non c’è condanna per quelli che sono in Cristo Gesù”– penso alla grande speranza che abbiamo nel Dio del Vangelo. Cristo è morto sulla croce, al mio posto e per il mio peccato. Non c’è più nessuna condanna per me, dunque non ho motivo di piangermi addosso. Anche nel bel mezzo del castigo divino, la mia speranza è in Gesù. Il Signore mi sta dando una forma precisa, mi sta modellando a Suo piacere, mettendomi alla prova per vedere se resterò saldo in Cristo. I Suoi piani sono molto più grandi dei miei.

Come combattere l’autocommiserazione

Oggi ti esorto a correre da Gesù. Non limitarti a guardarlo ma cerca di conoscerlo da vicino. Cresci in Lui. Non rimanere un bambino spirituale che si piange addosso, chiedendosi perché il Signore non lo stia usando. Lui desidera non solo usarti per aiutare gli altri, vuole “riformattarti”. Vuole che la Sua immagine, guastata dal peccato, risplenda davanti agli altri, affinché loro possano vedere e sperimentare la Sua bontà e grandezza.

Se senti l’impulso di lamentarti, apri la Bibbia e leggila

Chiedi allo Spirito Santo di illuminarti mentre lo fai. Immergiti regolarmente nella Parola di Dio e divora il cibo che Lui ha preparato per te.

Trova ogni giorno il tempo per pregare

Non farlo in modo sbrigativo. Rimani più a lungo in presenza del Signore. Ascolta della musica cristiana. Trova il tempo per ravvivare la fiamma dell’amore per i tuoi cari. Non devi mai più concedere un’altra possibilità ai tuoi lamenti di  soffocare i nuovi sentimenti, ora risvegliati per la gloria di Dio.

La prossima volta che vorrai atteggiarti a vittima, ricordati che troverai speranza e libertà solo nel Vangelo

Poi cerca di individuare delle persone fidate con le quali puoi confidarti e condividere le tue lotte, senza temere di essere giudicato. Invece di piangerti addosso, ricorda come Gesù ha preso su di sé i tuoi peccati e la tua punizione. Cita il Vangelo a voce alta. Smettila di ripetere a te stesso che non sei altro che un perdente, abbattuto e confuso. Proclama invece il trionfo, la vittoria e la gloria del nostro grande Dio e Re, il Signore Gesù, che regna in tutto e per tutto. Mentre lo farai, i sentimenti negativi verranno sostituiti con nuovi pensieri incentrati su Cristo e sulla gloria verso la quale Lui ti chiama. Inizierai a realizzare che in Gesù hai l’approvazione di Dio e che puoi lavorare per Lui. Insomma non sei più un uomo sconfitto e perdente. Per Cristo tu sei il Suo amico e servitore. Non so voi, ma personalmente sono contento che nonostante il miei peccati, posso trovare speranza e libertà in Cristo ed anche nella potenza del Vangelo. Ecco perché dobbiamo tornare al Vangelo e al nostro primo amore per il Signore. Solo il nome di Gesù dona speranza a chi combatte contro il peccato e guarisce chi si compiange.

Autore: Dave Jenkins