Lascia la caverna

Lascia la caverna

Durante la mia adolescenza a volte sognavo di scappare via di casa. Facevo un piano. Sarei sgattaiolato fuori dalla mia finestra, avrei recuperato il mio zaino dal fienile, e avrei camminato a piedi attraverso il paese, evitando le città, fino a raggiungere le colline. Avrei cercato tra le colline fino a trovare una caverna da poter rendere casa mia. La caverna sarebbe stata perfetta. Dalla sua entrata sarei stato capace di guardare oltre le fattorie lontane e la strada che attraversava le vallate. Avrei visto chiunque si sarebbe avvicinato, ma nessuno mi avrebbe visto. Nella mia caverna, sarei stato al sicuro.

Non sono mai scappato veramente da casa, ma riuscii comunque a trovare la mia caverna. Era all’interno della mia testa. Resi quel posto privato la mia fortezza, il mio santuario. Nella mia caverna, mi sentivo al sicuro.

Questo è il punto sulle caverne: sembrano molto più sicure di quanto siano in realtà. Certo, puoi nasconderti in una caverna, ma se il tuo nemico scopre dove ti stai nascondendo, ti può intrappolare lì. E poi c’è sempre il rischio di un crollo.

Inoltre, una caverna non è proprio confortevole. Puoi ammorbidire il pavimento con dei tappeti e dipingere ritratti sulle mura, ma è comunque buio all’interno della caverna, e la temperatura è sempre intorno ai tredici gradi. Se vuoi riscaldarti, devi bruciare qualcosa.

E l’abitante di una cava non va da nessuna parte in realtà. Potrebbe guardare il traffico che passa sulla strada sotto. Di notte potrebbe ascoltare voci di viaggiatori mentre, seduti intorno a dei falò, discutono del mondo oltre la valle. Ma non si unirà a loro, perché ciò significherebbe lasciare la sicurezza della caverna.

Ho vissuto nella mia caverna fino a quarantadue anni. Ormai, il mio santuario era diventato una prigione. Mi sentivo intrappolato. Avevo fame, avevo freddo, ed avevo quasi finito il combustibile. Quasi ogni cosa che possedevo era finita nel fuoco, e ora era buio di nuovo.

Nei Vangeli, Gesù a volte incontrava persone come me. L’indemoniato di Gerasa, per esempio, che viveva nelle caverne al lato opposto del lago di Galilea. Gesù riportò alla ragione quell’uomo e lo mandò nella città. E non scordarti di Lazzaro, in una caverna per quattro giorni fuori dalla Betania. Gesù pianse fuori da quella caverna. E poi disse, “Lazzaro, vieni fuori!” (guarda Giovanni 11:43).

Per seguire il Cammino, devi prima lasciare la caverna.

Autore: Nate Larkin (tratto dal suo libro “Sansone e i monaci pirati”)