La vera forza

La vera forza

Dio è il potente creatore, impareggiabile nella sua forza. Altre tradizioni mediorientali hanno le divinità del sole, della luna o delle stelle, ma il dio ebraico è il Creatore del sole, della luna e delle stelle. Quando la forza di Dio è presente, la creazione prospera. La sua forza non domina gli altri, si mette invece al loro servizio. Dio aiuta chi è stanco, accresce il potere dei deboli (si veda Isaia 40:29) e prepara gli altri a creare il Regno dei Cieli insieme a lui.

La mia amica Jill è socia amministratrice di una società di consulenza. Nel corso degli anni ho visto e beneficiato personalmente delle dimostrazioni della sua forza personale, che mi ricordano le caratteristiche di quella di Dio. Quando Jill sta conducendo una riunione o sta impartendo ordini, i presenti non hanno la sensazione che stia tentando di usare le sue potenti conoscenze contro di loro. Le sue intuizioni vengono invece presentate per fornire un servizio, per fornire degli strumenti utili agli individui e per consentire loro di raggiungere vette più alte di quanto potrebbero fare da sole.

Anche noi, quando esercitiamo la forza, dobbiamo mantenere la tensione tra la ricerca della nostra dignità personale e del benessere altrui. Coloro che cercano di fare del bene soltanto a sé stessi diventano uomini e donne vacui, ciechi ai bisogni del prossimo. Anche quelli che perseguono esclusivamente il benessere degli altri sbagliano, poiché sviluppano un’identità in riferimento ai bisogni posti su di loro dalle persone e non sanno chi sono veramente. Quando acquisiamo la consapevolezza della nostra forza relazionale, camminiamo sul filo del rasoio del potere. Se il potere è eccessivo, finiamo per intimidire o irritare gli altri. Se invece è quasi assente, la gente saprà che stiamo scegliendo la vigliaccheria.

Melissa aveva cercato la mia consulenza perché da tutta la vita si sentiva sfruttata. Il suo datore di lavoro le doveva migliaia di dollari per ore di straordinario non pagate. Il suo coniuge aveva recentemente preso un cane per la figlia pur sapendo che Melissa era allergica al pelo dell’animale. Nello stesso periodo al fratello di Melissa era stato diagnosticato un tumore al pancreas: non sapendo che cosa dire o fare, aveva scelto di non chiamarlo e di non vederlo per sei mesi. Inoltre, negli ultimi tre anni la vita matrimoniale di Melissa era andata lentamente alla deriva e poi era precipitata bruscamente verso il basso quando suo marito l’aveva scoperta a coltivare una relazione omosessuale con una vecchia amica dell’università e aveva visto la sua cronologia di programmi visti in TV, tra i quali alcuni di tipo pornografico.

Di fatto, le circostanze di Melissa stavano mettendo in evidenza la sua difficoltà a esercitare la forza. La sua dignità sul lavoro ne aveva risentito, si era sentita troppo impotente per fare qualcosa per la salute del fratello e aveva costanti difficoltà a presentare i suoi bisogni a un marito emotivamente insensibile. Le fantasie all’interno del comportamento sessuale indesiderato spesso rivelano la nostra incapacità di trovare ciò che vogliamo e di cui avremmo davvero bisogno. Melissa riusciva a ricercare ciò che voleva soltanto in un mondo in cui non esisteva alcuna forma di resistenza relazionale.

Austin era entrato in terapia nella speranza di superare la sua dipendenza dalla pornografia e di imparare a gestire la rabbia. Mi aveva chiamato per la prima volta al telefono dopo quello che era successo durante una vacanza in famiglia: sua moglie stava guidando sotto un temporale spaventoso e aveva sterzato per non andare a sbattere contro l’auto che aveva frenato davanti a loro, però si era scontrata con un’auto in un’altra corsia. Pochi secondi dopo l’incidente, Austin era andato su tutte le furie, rimproverando la moglie per la sua incapacità mentre i figli piccoli urlavano impotenti nei seggiolini dietro di lui. Più tardi quella sera, sua moglie lo aveva sorpreso a masturbarsi nella casa che avevano preso in affitto per le vacanze. Nel primo mese di terapia, Austin si era reso conto che stava usando una versione contraffatta della forza per dominare su sua moglie e sui suoi figli.

Sia Melissa che Austin avevano distorto l’obiettivo e l’efficacia della forza. La versione contraffatta della forza per Austin era la rabbia. Tuttavia, parlando con me riconobbe di aver appreso quell’uso improprio della forza da suo padre. Usare la rabbia per intimidire gli altri non è forza, è bullismo. Melissa era invece affetta dall’altra versione contraffatta della forza: la rinuncia. Quando la forza viene distorta dalla rabbia o dalla rinuncia, le relazioni ne soffrono.

Dopo aver esplorato questi temi, sia Melissa che Austin hanno iniziato a usare la loro forza in modo diverso. Melissa ha chiesto a suo marito di riservarle del tempo un sabato sera e gli ha spiegato quanto aveva sofferto per il fatto che aveva messo in casa un cane contro i suoi desideri. Gli ha detto: “Quel cane, anche se gli vogliamo bene, deve andarsene”. Quello stesso fine settimana, hanno trovato una nuova famiglia per l’animale. Melissa ha anche sollevato la questione del pagamento degli straordinari con il suo datore di lavoro lasciandogli intendere che conosceva un buon avvocato. I compensi non hanno tardato ad arrivare. Con i soldi extra, Melissa ha acquistato un biglietto aereo per far visita a suo fratello. Scegliendo la forza, ha scoperto che questa produceva anche dei buoni effetti secondari, permettendole ad esempio di piangere per la malattia di suo fratello e di scusarsi con lui per come si era tenuta nascosta. Dopo dodici mesi di esercizio intenzionale della forza, mi ha detto: questo è stato l’anno più riposante che ho vissuto da adulta.

Il cambiamento di Austin è stato altrettanto impressionante. A sua moglie piaceva correre e lui ha iniziato a farlo insieme a lei. Ha usato il tempo trascorso a fare jogging per invitare sua moglie a raccontargli degli aneddoti sulla sua vita. Gli veniva da ridere pensando che proprio la sua scarsa forma fisica gli aveva procurato delle occasioni di ascoltare la moglie parlare di sé. In questo modo aveva appreso che il padre di lei era un maniaco del lavoro, e che per questo lei aveva passato quasi tutto il tempo con una madre crudele. Durante una corsa nel parco locale, gli raccontò dell’anno in cui aveva preso la patente e di come sua madre le urlasse sempre dietro per qualsiasi piccolo errore. Una volta quell’atteggiamento della madre l’aveva fatta andare a sbattere contro un’auto parcheggiata. Riconoscendo immediatamente una scena già vista, Austin smise di correre e prese sua moglie tra le braccia, così entrambi piansero per il modo in cui il passato di lei e l’abuso di forza da parte di lui si erano scontrati. Austin stava imparando a usare le parole per occuparsi degli altri, il che gli consentì di stabilire una ottima sintonia con sua moglie. Il risultato fu di portare pace a tutti quelli che lo circondavano.

Autore: Jay Stringer (ha scritto il libro Indesiderati)