Le chiesi da quanto tempo guardasse la pornografia. Mi lanciò uno sguardo pensieroso e perplesso.
“Ero in seconda media”.
Conoscevo bene la sua storia. Fu allora che iniziò l’abuso: fisico, emotivo e psicologico.
“Con cos’altro ti distraevi?”, le chiesi.
Ci fu ancora un po’ di silenzio. “Pallacanestro. Romanzi fantasy. Videogiochi”. Diceva la verità.
“Ricordi che genere di pornografia ti piaceva guardare?”, le domandai.
Ero consapevole di quanto potesse sembrare intrusiva la mia domanda. Il silenzio si stava trasformando in imbarazzo.
“Ho guardato diverse tipologie ma ero più attratta dai filmati in cui le coppie sembravano amarsi davvero”. Ci fu ancora un po’ di silenzio e poi si aprì di più: “C’era qualcosa in quei filmati che mi ha dato veramente un senso di speranza”.
Mentre mi raccontava la verità sulla sua vita, il mio cuore si ammorbidì. Era normale che lei fosse attratta da quel genere di pornografia. Penso in tutti noi è possibile trovare un aspetto, che potrebbe affascinarci in quei filmati. Tutti noi desideriamo condividere la nostra vita con qualcuno. Tutti vogliamo essere amati. Vogliamo essere completamente trasparenti, vulnerabili e travolti d’amore, da qualcuno che è totalmente preso da noi, felice di starci accanto.
Feci un mezzo sorriso e le dissi: “Sei mai riuscita a capire che il tuo desiderio d’amore si nascondeva dietro alle tue azioni?”. Sembrava molto perplessa. “Eri una ragazzina delle medie, incastrata in una famiglia violenta e ciò che desideravi ardentemente era amare qualcuno ed essere amata. Per non parlare del fatto che per la prima volta nella tua vita stavi sperimentando impulsi sessuali, insieme a cambiamenti ormonali significativi e tutto questo era una novità per te, che ti rendeva ancor più confusa!”.
Lei abbassò lo sguardo sul pavimento. Sembrava travolta dalla vergogna.
“Sono curioso di chiederti qualcosa”, le dissi. Seguì una breve pausa. “Cosa sarebbe successo se non avessi avuto il basket, i romanzi fantasy o i videogiochi? E se non avessi mai guardato la pornografia?”.
Il silenzio era denso e le emozioni erano palpabili. Dopo dieci minuti, mi guardò e vidi una lacrima cadere lungo la sua guancia e poi sul pavimento. Poi mi rispose: “Sarei stata una di quelle bambine che non avevano un motivo per vivere. La mia vita non aveva senso. Ero troppo tormentata. Sarei fuggita oppure…”.
Mentre i miei occhi erano pieni di lacrime, dissi: “Ti rendi conto di quello che hai appena detto?”.
Ancora silenzio.
“La pornografia ti ha salvato la vita”.
Ognuno di noi ha una storia. Se saremo disposti ad avere il coraggio di raccontarla in modo sincero e onesto, se saremo pronti a scoprire la radice della nostra lussuria, inizieremo a capire perché ci troviamo nello stato attuale; solo allora inizieremo a capire chi siamo veramente. Credo fermamente che il Maligno desideri appropriarsi della nostra bellezza e bontà, per poi distorcerla. Egli ama carpire i nostri desideri, quelli belli e puri, per trasformarli in oscurità e vergogna.
Per anni questa ragazza è stata schiava della pornografia e per tutto il tempo ha pensato che fosse colpa sua, perché si sentiva debole e brutta. Nessuno le aveva mai spiegato come mai ne fosse così attratta. C’era una ragione per cui si sentiva attirata davanti allo scenario di due persone, completamente nude, che fingevano una profonda attrazione e desiderio d’intimità reciproca. In realtà la vera ragione era la sua bontà! Il suo bellissimo desiderio d’intimità e di libertà.
Desiderava essere abbracciata, invece che picchiata, voleva essere amata, invece che usata.
E questo mi meraviglia.
E tu come ti sentiresti se questo fosse il tuo racconto? Come ti sentiresti se le lotte, il fallimento e il peccato fossero l’argomento della tua storia?
Come ti sentiresti se guardassi la tua vergogna in faccia, dicendo: “Forse non è tutta colpa mia. Forse c’è qualcos’altro che mi spinge a comportarmi così. Forse c’è un motivo se mi rivolgo al porno, all’alcool, ai soldi, allo shopping, al cibo”.
Forse ti ricordi la storia della Bibbia sulla donna colta in adulterio (Giovanni 8:1-11). Vuoi parlare, esporti e vergognarti?! Quando Gesù si avvicinò alla donna adultera gettata ai suoi piedi, le sussurrò: “Donna, dove sono i tuoi accusatori?”. Ella sollevò lo sguardo dallo sporco pavimento del tempio, notando che erano rimasti solo loro due: lei ed il suo Salvatore. I suoi occhi pieni di lacrime catturarono lo sguardo di Gesù. Ella rispose: “Nessuno, Signore”.
Poi Gesù pronunciò quella verità che ognuno di noi desidera ardentemente ascoltare: “Nemmeno io ti condanno. Alzati. Torna a casa. E non peccare più!”.
Non peccare più! L’appartenenza e l’amore. È ciò che hai sempre desiderato. Si trovano proprio qui. Sul pavimento sporco del tempio, allo scoperto, nel caos del tuo peccato. Sì, sono proprio qui! Nella tua dipendenza dalla pornografia. Nella tua vergogna. Nel caos della tua vita… Poi Gesù ti viene incontro e ti sussurra: “Io Ti vedo. Ti conosco. C’è una ragione se stai combattendo contro il tuo peccato. Io so il perché. Conosco il tuo cuore”.
Adoro il modo in cui Jay Stringer cattura questo invito nel suo libro Unwanted: How Sexual Brokenness Reveals Our Way To Healing. Lui scrive:
“Sono convinto che il Dio dell’Universo non sia né sorpreso né si vergogni del nostro comportamento sessuale. Capisce invece che questo è il palcoscenico nel quale verrà svolta l’opera di redenzione nella nostra vita. Il peccato presente apre la porta ad un ampio lavoro del Vangelo, che guarirà le ferite del passato, portando conforto e persino potere, per superare le difficoltà del momento. Dunque, prima adotteremo un atteggiamento di curiosità riguardo al nostro peccato sessuale, prima prepareremo i nostri cuori per il lavoro di redenzione che ci attende.”
Il tempo stava per scadere così ho dato alla mia cliente dei compiti, suggerendole: “La prossima volta che avrai voglia di guardare dei filmati porno, dì “Grazie!”, perché quel porno potrebbe averti salvato la vita. Poi cerca di essere onesta riguardo al fatto che la pornografia ti ha fatto capire delle cose ma non ti sta più salvando la vita. Ti sta piuttosto danneggiando. Comincia ad essere un intralcio. Vediamo un attimo cosa succede”.
La prima frase che Gesù pronunciò era: “Nemmeno io ti condanno. Alzati! E non peccare più”.
Non saresti curioso di scoprire perché stai peccando?
Che cosa brami? Cosa vuoi veramente?
Quando andavo all’università, durante la mia prima lezione, il professor Dan Allender ci ricordò: “Siete molto più distrutti di quanto pensiate… e molto più belli di quanto possiate immaginare!”.
E se la nostra sofferenza fosse veramente la strada da percorrere, per acquisire quella bellezza di cui siamo stati caratterizzati sin da quando eravamo nel grembo di nostra madre?
Scommetto che quando la donna adultera fu scoperta nuda, mentre intratteneva un rapporto intimo con un altro uomo, l’ultima cosa che avrebbe mai immaginato sarebbe stata essere gettata davanti a Gesù, il suo Salvatore. Ciò che stava cercando in una relazione, lo trovò mentre veniva tenuta tra le braccia dell’Amore stesso!
Sii curioso.
Sii onesto.
E sii gentile con te stesso.
La redenzione è quasi sempre un processo complicato. Non è mai facile. Ma è più bella di quanto tu possa immaginare.
Ti propongo di considerare la possibilità che essere onesti riguardo la propria sofferenza ed il peccato, possa essere un invito che ti viene rivolto, per accedere alla grazia e all’amore più grande che tu abbia mai immaginato!
Autore: Matt Mulder