La mappa della libertà

La mappa della libertà

La Mappa della Libertà rivela dove ci troviamo sul Sentiero della Libertà. Possiamo usarla per seguire il nostro percorso di guarigione dalla dipendenza e per la restaurazione del nostro cuore. La mappa ci mostra le promesse che si realizzeranno ogni giorno, se ammettiamo il nostro bisogno, se ci arrendiamo a Dio, accettando di combattere per mantenere il nostro cuore sotto la Sua guida.

Colui che sta guarendo da una dipendenza è sempre grato a Dio, perché ha vissuto senza essere in comunione con il Signore; Egli lo guida e combatte le battaglie accanto a lui. Si aggrappa a ciò che dice il Salmo 84:10: “Un giorno nei tuoi cortili vale più che mille altrove”, perché ha vissuto i “mille” altrove.

La Mappa della Libertà è un percorso ad ostacoli per la crescita che sogniamo da tutta una vita.

La prima cosa da fare è vivere ogni giorno verso il futuro che cerchiamo. La mappa mostra come crescere un giorno alla volta, per poter diventare ciò per il quale siamo stati creati, proprio come gli alberi.

Giorno dopo giorno, anno dopo anno, essi sono baciati dal sole, assorbono l’acqua attraverso le radici, danno frutti e diventano sempre più grandi e produttivi, finché non muoiono. La mappa mostra come fare lo stesso percorso nella nostra vita. Ora guardiamo a quella parte della mappa che riguarda come una persona può recuperare la propria vita.

Riprendere te stesso, essere te stesso, donare te stesso

La prima cosa che accade durante il percorso di recupero è tornare ad essere la persona creata da Dio: “Riprendi, dunque te stesso”. Liberati dalla tua dipendenza.

L’opposizione e il caos cominciano a dissiparsi e si inizia a vedere ed a sperare che esista una vita diversa da quella in cui la dipendenza ti ha intrappolato.

Il passo successivo è “essere te stesso” e consiste nel riconoscere il proprio sé come un essere umano, creato in un determinato modo da Dio, con la consapevolezza che “si è una creatura che prova sentimenti, generata per sentirsi realizzata attraverso la connessione relazionale con gli altri”.

Poi c’è il “donarsi”, offrirsi agli altri, nonostante l’opposizione e la confusione che regna dentro di sé. Durante il percorso di guarigione appare una nuova speranza e nuove possibilità.

Il “donare sé stesso” si apre alle domande e al bisogno di ricevere aiuto, come un piccolo bambino (finché non si diventa capaci di rispondere ai quesiti degli altri, di andare incontro alle loro necessità e di offrire lo stesso aiuto che noi stessi abbiamo ricevuto). Dobbiamo ricordare di non abbandonare l’umiltà che caratterizza un bambino, una volta diventati adulti.

Ascolta i tuoi sentimenti, sii sincero, inizia ad agire

Continuiamo a lavorare per “riprendere sé stessi, essere sé stessi e donare sé stessi”, ascoltando i propri sentimenti, dicendo la verità sul proprio stato d’animo, dando inizio a una nuova vita. Un nuovo inizio porta dubbi e incertezze riguardo a tante cose: il problema che si sta affrontando, i sentimenti che affiorano, le aspettative e i preconcetti basati su esperienze passate, la sfiducia che si inizia a provare nei confronti di Dio e degli altri. Il cambiamento appartiene a Dio, Lui è molto bravo a gestire qualsiasi sentimento, qualsiasi verità. Il nostro compito è quello di sottometterci e fare queste tre cose: ascoltare i propri sentimenti, dire la verità, confidando che Dio solo è in grado di gestire tutto ciò che ha creato. Naturalmente queste azioni faranno nascere in noi dei sentimenti e ci apriranno gli occhi per capire la verità! Ma quello che vorrei sottolineare è che solo Dio ha tutto sotto controllo, non noi. Abbiamo già sperimentato e fatto diversi tentativi per poter controllare la nostra vita e scoprire che arrendersi a Dio è la cosa migliore che potevamo mai fare.

Se saremo disposti a riprendere noi stessi, a essere noi stessi, a donare noi stessi, dando ascolto ai nostri sentimenti, dicendo la verità riguardo al nostro stato d’animo e a dare il “via” al processo di cambiamento, inizieremo a sperimentare i doni che l’apertura, la sincerità e la fiducia possono regalarci.

Amore, amicizia e integrità

Impariamo così a diventare persone passionali, riservate ed integre. Ci dedichiamo con devozione alle relazioni; siamo disposti a soffrire per le cose importanti che ci stanno a cuore, nonostante siano scomode, avverse, rischiose o addirittura dolorose. Questa passione ci spinge ad approfondire i doni della vita, ci permette di essere conosciuti dagli altri per come siamo fatti e di conoscere gli altri per come sono. L’amicizia si consolida e la relazione si rafforza. Come dice un vecchio proverbio: “l’amico dimezza i dolori e raddoppia le gioie”. Viviamo le relazioni nel modo giusto, sviluppando l’amicizia, l’empatia e la compassione verso gli altri.

Ci rendiamo conto di essere importanti, comprendendo che anche gli altri lo sono. Insomma, diventiamo persone integre, credibili, degne di fiducia. Il cambiamento avviene solo se ci sottomettiamo a Dio, trasformandoci in persone servizievoli verso gli altri, che grazie ai doni riscoperti riusciranno a dare buoni frutti (Fil 4,8). Per mantenere questo carattere ritrovato vale la pena fare tutto ciò che è necessario.

Vivi pienamente, ama profondamente, conduci una vita integra

Solo quando diventiamo persone passionali, riservate ed integre, scopriamo che stiamo finalmente vivendo la vita che abbiamo sempre cercato di vivere, senza mai riuscirci. Viviamo pienamente, nonostante le condizioni della nostra esistenza, sperimentando la gratificazione delle cure amorevoli degli altri e di Dio, divenendo capaci di ricambiare. Diamo tutto ciò che abbiamo perché ci sentiamo appagati dalla nostra relazione, poiché abbiamo compreso che non potevamo trovare un tale rapporto altrove. Impariamo ad amare profondamente e, così facendo, conduciamo una vita che benedice i cuori delle persone che ci circondano con qualcosa che vale la pena salvaguardare.

Chi è in via di guarigione può offrire sé stesso, diventando la persona per il quale Dio lo ha creato. Ci riuscirà, affrontando e sentendo la propria umanità, arrendendosi con sincerità alle vie di Dio. Sottomettendosi a Dio riceverà ciò che non poteva produrre con i propri sforzi: l’amore, la riservatezza e l’integrità, proprio perché il rapporto con Dio e con gli altri diventa più profondo e completo. Scoprirà che sta vivendo una vita piena, sta amando profondamente e conducendo un’esistenza degna di essere vissuta. Si sentirà benedetto e a sua volta benedirà tutti coloro che gli stanno vicino.

Il paradosso è che non si tratta della fine di un percorso, bensì di un nuovo inizio, che prende vita quotidianamente, mentre cresciamo verso ciò per cui siamo stati creati, per poter vivere una vita in cui approviamo, ci arrendiamo e accettiamo giornalmente il modo in cui Dio ci ha creati.

Attraverso questo percorso tortuoso, diventiamo persone empatiche, compassionevoli, creative e pronte a servire gli altri, trasmettendo con gratitudine ciò che abbiamo ricevuto.

Non dobbiamo mai dimenticare che una volta eravamo ciechi ma ora vediamo, che eravamo persi ma ora siamo stati ritrovati. Donare dunque noi stessi agli altri, seguire il piano e la guida di Dio, camminare nell’integrità, vale più dell’oro, del potere o delle droghe. Conducendo questo stile di vita aiuteremo chi è cieco a vedere e chi è perduto ad essere ritrovato.

Benedizioni,

Autore: Chip Dodd (estratto dal suo libro Hope in the Age of Addiction