Scegliere di investire tempo ed energie in una comunità è una scelta importante, che però spaventa. Forse la riterrai la richiesta più sciocca che ti ho presentato finora. Tu sai meglio di chiunque altro che i luoghi in cui avresti dovuto sentirti a casa (famiglia, amicizie e comunità di fede) nel tuo caso sono stati malsani o inesistenti (o una via di mezzo tra le due cose). Forse un ambiente comunitario è il luogo stesso in cui hai sperimentato le dolorose realtà della vergogna, dell’abuso, dell’ipocrisia e dell’abbandono. Allora perché secondo me vale la pena di investire nella comunità?
Perché la comunità ci trasforma aumentando la nostra capacità di ricevere e offrire amore. La tua vita relazionale è la radice primaria di tutti i traumi del passato e, se vuoi che questa storia cambi, hai bisogno di reinventare il tuo paradigma di relazioni interpersonali. Affinché la comunità raggiunga il suo pieno potenziale nella tua vita, devi
- Sperimentare la presenza di una “struttura” e rendere conto a qualcuno delle tue azioni.
- Imparare a far conoscere la tua storia agli altri.
- Offrire empatia e curiosità per le storie altrui.
- Scoprire un obiettivo da realizzare vivendo per qualcosa di più grande.
In base alle ricerche da me svolte, per le persone che cercano di superare le loro storture sessuali l’effetto della comunità è stato benefico, ma troppo trascurato.
È estremamente probabile che tu creda di non avere nessuno con cui parlare. Questo potrebbe essere dovuto alla vergogna che provi per il tuo comportamento, oppure al modo in cui ti sei isolato dalle relazioni interpersonali significative. Per superare questo isolamento dovrai correre intenzionalmente il rischio di entrare a far parte di una comunità di persone intrecciando la tua vita con la loro. Le migliori comunità da cercare sono quelle che comprendono in maniera profonda i problemi sottostanti associati al comportamento sessuale indesiderato e capiscono una cosa: la guarigione in ultima analisi non consiste nel combattere contro i singoli problemi della concupiscenza, ma piuttosto nel coltivare una comprensione più profonda dei desideri, dei talenti e delle ambizioni che Dio ha intessuto nel nostro cuore.
Solo il 20% delle persone alle prese con comportamenti sessuali indesiderati ricerca di proposito e costantemente qualcuno con cui parlare. Ma chi lo fa vede ridursi notevolmente la quantità di pornografia di cui fa uso. Si verifica una riduzione del 22% nella visione di pornografia hard quando le persone hanno qualcuno con cui parlare. La buona notizia è che avere il classico amico a cui rendere conto delle proprie azioni aiuta sensibilmente alcune persone. Tuttavia molti, pur essendo diligenti nel cercare qualcuno con cui parlare, continuano a non poter fare a meno di visualizzare materiale pornografico in grande quantità. Ciò rivela che la risposta classica al problema (cercare una persona a cui rendere conto delle proprie azioni) può ridurre in certa misura la vergogna e l’isolamento, ma è inadeguata per fornire percorsi che conducono a una libertà duratura.
Uno dei motivi per cui questa soluzione non riesce a produrre i risultati sperati è che si concentra esclusivamente sulla concupiscenza e sulla pornografia. Questo è vero sia per chi sta appena iniziando a partecipare alla vita di una comunità quanto per chi vi è già dentro da anni. Il commento che sento abitualmente dai maschi della generazione millennial è più o meno questo: «Sono stanco di parlare di pornografia! Non ne posso più di questo argomento. È da quando facevo le scuole medie che lo trattiamo. Ognuno sa che tutti la guardano e nessuno sa davvero come cambiare le cose». Perché la comunità sia efficace, dobbiamo certamente affrontare le nostre tentazioni sessuali, ci mancherebbe altro, tuttavia dobbiamo farlo attraverso un’altra lente: quella secondo cui le nostre incrinature nella sessualità ci mostrano la strada che a sua volta porta alla guarigione. La comunità è il luogo in cui ci riuniamo per comprendere e partecipare alle storie degli altri e insieme plasmare il destino del nostro futuro collettivo.
Prima di immergerti nell’argomento, ritagliati un attimo per riflettere sulla motivazione che ti spinge a ricercare una comunità. Un’altra ragione per cui la ricerca di qualcuno a cui rendere conto delle nostre azioni oppure la partecipazione intenzionale alla vita di una comunità non funzionano è che molte persone si sentono sotto pressione per “restituire” o “ripagare” troppo presto quello che hanno ricevuto. Si tratta di un’esperienza naturale, poiché alcuni dei benefici iniziali che riceviamo da una vita finalmente trasparente e che non teme la vulnerabilità sembrano così liberatori. Se usciamo da una riunione o da un bar dove siamo stati con un amico dopo aver condiviso un segreto che ci tormentava da decenni, ci sentiamo ben più leggeri.
Il problema è che il sollievo iniziale, ottenuto mediante la nostra disponibilità a mostrarci vulnerabili, diventa un fardello prima del dovuto se iniziamo a pensare: anch’io dovrei prendermi cura degli altri o presentare una versione “modificata” di me stesso. Questo ci riporta a una delle esperienze fondamentali del comportamento sessuale indesiderato, cioè la privazione. Cominciamo a privarci di ciò che è utile perché vogliamo restituire alla chiesa o alla comunità ciò che pensiamo vogliano ricevere da noi. Tieni presente che non esiste alcun obbligo di donare il tuo tempo, la tua storia o le tue risorse a causa di ciò che hai imparato. Forse più di ogni altra cosa hai invece bisogno di un posto in cui sentirti davvero a casa, un posto in cui scoprire un obiettivo per la vita; sicuramente non di un posto dove devi necessariamente fare da guida ad altre persone.
Autore: Jay Stringer (ha scritto il libro Indesiderati)