Quando ho iniziato a svincolarmi dalle grinfie della lussuria, le mie emozioni sono andate in tilt. Ho passato anni innalzando un grande muro a protezione del mio cuore. Senza la concupiscenza, le mie difese sono state scosse in profondità.
Odiavo le emozioni che provavo, l’amore mi terrorizzava. Mi spaventava uscire con delle ragazze. Avevo appena iniziato a frequentare una ragazza, ma subito mi tirai indietro. L’intimità emotiva mi ha causato dolore e fatto sentire rifiutato, sentivo affiorare la depressione e non sapevo come gestire la situazione. Mi convinsi molto rapidamente che non potevo e non dovevo più avvicinarmi ad un’altra ragazza.
Niente di tutto ciò aveva a che fare con il vero sesso. È molto facile avere intimità fisica senza coinvolgimento emotivo. Essere intimi emotivamente significa scoprire la propria anima, rivelare le proprie paure, le ferite, i dubbi e le sofferenze ad un’altra persona.
Allontanai da me tutto ciò che poteva essere percepito come amore. I complimenti che ricevevo li consideravo finti. Giudicavo le persone affettuose come deboli e sdolcinate. Quando gli uomini dei gruppi di supporto che frequentavo si abbracciavano alla fine di ogni incontro, mi sentivo in imbarazzo.
Nonostante ci sforziamo di nascondere il nostro tormento interiore, per chi ci circonda e ci sta vicino, in particolare le nostre mogli o mariti, siamo un libro aperto. Qualche tempo fa ero con mia moglie da un consulente. Quando lui le chiese perché pensasse che io faticavo tanto ad accettare l’amore di Dio, lei rispose immediatamente: “Perché non pensa di meritarlo”. Con quelle poche parole, Michelle riassunse la bugia a cui avevo creduto per tanto tempo ma che non avevo mai verbalizzato. Avevo fatto un buon lavoro chiudendo il mio cuore alla lussuria e abbattendo “il muro” che mi rendeva emotivamente cieco.
La mia relazione con Dio invece era un vero disastro. Ero ossessionato dai miei peccati ed oppresso dalla paura e dai sensi di colpa. Dio era chilometri distante da me, una lontana figura connotata da ira, zolfo e dannazione. Pensavo che avere un rapporto intimo con Dio riguardasse solo chi avesse percorso il giusto cammino cristiano (ad esempio chi non aveva problemi con la lussuria). Le persone come me, dipendenti dal sesso, dovevano considerarsi già fortunate per essere state perdonate per i peccati commessi. Pensavo che una relazione gioiosa con il Signore fosse fuori dalla portata di un “pervertito cristiano” come me.
Il terrore che abbiamo proviene dalle bugie a cui abbiamo creduto. Queste menzogne possono essere del tipo: “Sarò rifiutato se mi conoscerà veramente” o “Mi farò male o sarò abusato se mi avvicinerò troppo” o “Non sarò mai accettato o amato per quello che sono”. Sono bugie che ci tengono lontani dall’amore che i nostri amici, il nostro coniuge ed il Signore vogliono donarci.
L’amore con un altro essere umano è rischioso. Può capitare che aprendo il cuore al nostro coniuge, possiamo comunque essere ignorati. Nessun marito o moglie “ci azzecca” tutte le volte. Le chiavi per superare la paura dell’intimità sono: scoprire la verità rivelata dalla Bibbia (Egli veramente ci ama, vedi Efesini 2 e Giovanni 4), correre il rischio di aprire il cuore con persone che sappiamo tengono veramente a noi, imparare a gestire i tasti dolenti che intralciano la nostra intimità, affinché in caso di difficoltà di comunicazione con l’altro, possiamo perseverare e risolvere il problema, stando sempre vicino al nostro coniuge.
Se saremo disposti ad abbattere i muri e lasciare entrare dentro il nostro cuore le persone e Dio, l’amore e l’accettazione che tanto bramiamo brillerà nei nostri cuori come il sole del mattino.
Autore: Mike Genung (articolo tratto dal libro “100 Giorni di Cammino Verso la Grazia“)