Il problema del successo

Il problema del successo

Tu dici: “Sono ricco, mi sono arricchito
e non ho bisogno di niente!”.
Tu non sai, invece, che sei infelice fra tutti,
miserabile, povero, cieco e nudo.
Perciò io ti consiglio di comperare da me
dell’oro purificato dal fuoco,
per arricchirti; e delle vesti bianche per vestirti
e perché non appaia la vergogna della tua nudità.
Apocalisse 3:17–18

Agli occhi del mondo (e talvolta anche della chiesa), il successo è definito dai risultati raggiunti e da evidenze concrete che lo confermano. Avere una carriera di successo, un ministero efficace, una bella casa, una famiglia felice, oggetti, giocattoli e gadget in voga, rende la nostra vita appagante… giusto?

       Spesso spendiamo molto tempo e fatica a lucidare l’esterno della macchina, ma a Dio interessa solo la parte interiore. È pericoloso concentrarsi solo sulla facciata esteriore. In Luca 12:16–21, Gesù racconta la parabola di un uomo ricco che pensava di aver raggiunto l’apice del successo. Quest’uomo stava ammirando le sue ricchezze, pensando di poterle godere a lungo, vivendo in modo spensierato; ma immagina il suo grande stupore quando Dio gli disse: “Stolto! Questa notte stessa la tua anima ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà? Così è chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio”.

       Molti uomini sono accecati dal desiderio di avere successo. Puntano tutto sulla costruzione di qualcosa che domani non esisterà più, invece di investire tempo ed energia in ciò che è eterno.

       Peggio, evitano di affrontare la dolorosa scelta di continuare a peccare davanti a un Dio santo. Tutto lo scintillio della prosperità che possiedono, fornisce loro l’illusione di “non aver bisogno di niente”. Non si rendono conto del loro misero fallimento, o del disperato bisogno che Dio cambi la loro vita.

       È pericoloso fare affidamento sul successo del ministero, per rimanere in piedi davanti al Signore. Alcuni anni fa, un uomo la cui moglie stava chiedendo il divorzio a causa del suo “piccolo problema pornografico”, venne nel nostro gruppo di supporto locale. Quando dovette condividere il suo problema, passò la maggior parte del tempo ad elencare i suoi successi in chiesa e in altre parti, e di come la moglie non avesse il diritto di porre fine al loro matrimonio, solo per un piccolo problemino. Non mostrava rimorso, pentimento o umiltà.

       Non lo vedemmo mai più. Mi chiedo quale sarebbe stata la reazione di quest’uomo se fosse stato faccia a faccia con Gesù.

Se tu dovessi morire oggi, come ti presenteresti davanti a Dio, umile e fiducioso, vestito con le Sue vesti bianche di giustizia, oppure la “vergogna della tua nudità” prevarrebbe? Ho sempre temuto di abbuffarmi di pornografia e morire poco dopo, e di dover affrontare il Signore nell’altra vita. Potevo a malapena pregare a Lui, vista la sporcizia in cui ero immerso.

       La prosperità finanziaria e le capacità individuali, utilizzate per scopi spirituali o altro, sono dei doni. Non portano alla salvezza e non sono la prova che Dio approvi il peccato. Se finora hai evitato di dare un’occhiata all’interno della tua vita, chiedi al Signore di rivelarti tutto ciò che sei ai Suoi occhi, senza mezzi termini.

       Persevera nel chiedergli di convincerti continuamente di tutti i tuoi peccati, fino a quando non avrà finito il Suo lavoro.

       La risposta benedetta ad una richiesta del genere saranno le vere ricchezze: la grazia, il perdono e una veste bianca.

Autore: Mike Genung (tratto dal libro “100 giorni di Cammino verso la grazia”)