Il credente fariseo

Il credente fariseo

“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti…”

Matteo 23:13

Le parole di Gesù verso gli insegnanti della legge ed i farisei in Matteo 23 sono tra le più taglienti in tutta la Bibbia. Non erano rivolte ai pagani, ma ai dirigenti della chiesa dell’epoca – coloro che avevano studiato la Parola di Dio per tutta la vita.

“Guide cieche, che filtrate il moscerino e inghiottite il cammello!”

Matteo 23:24

Sono stato trafitto da questo verso molte volte. Condannerei mia moglie, o altre persone per i loro “moscerini”, ma ingoierei i cammelli alti due metri del mio orgoglio e del mio peccato sessuale. Ero accecato dalla superbia e dalla paura di essere scoperto.

La mia ipocrisia mi addolorava.

Stavo commettendo adulterio, tradendo e mentendo a mia moglie, eppure la criticavo per il minimo errore, che fosse peccato o no. La distruggevo un pò alla volta, con la speranza che ciò mi avrebbe fatto sentire meglio.

“Guai a voi, scribi e farisei, ipocriti perché pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, mentre dentro sono pieni di rapina e d’intemperanza.“

Matteo 23:25

Ahimè, tutto ruotava attorno al mio piacere, a quello che volevo, specialmente quando si trattava di piacere sessuale. Prima di tutto c’ero io. Ma ero cristiano, e gli altri non dovevano sapere che ero ipocrita. Avevo trascorso ore a “pulire l’esterno del bicchiere”. Ho recitato una parte, facendo delle buone opere e dicendo le parole giuste, ma in fondo a me regnava l’egoismo.

“Guai a voi, scribi e farisei, ipocriti perché siete simili a sepolcri imbiancati, che appaiono belli di fuori, ma dentro sono piene di ossa di morti e di ogni impurità.”

Matteo 23:27

Le ossa di un morto non hanno carne, vita o amore. Gesù stava dicendo che i cuori dei farisei erano sporchi. Quando gli strati d’orgoglio e del peccato sessuale furono rimossi, il mio cuore era senza vita. Dentro di essa non c’era né gioia, né pace, solo miseria. Odiavo il moscerino, mentre ingoiava il cammello del fariseo che vedevo allo specchio.

Gesù definì ipocriti i Farisei e gli scribi per ben sette volte (in faccia, non di nascosto), descrivendoli come ciechi altre cinque. Alcune delle motivazioni erano gli occhi alteri e la lingua bugiarda, peccati che Dio odia (Proverbi 6:17). Un altro aspetto rilevante è che l’orgoglio e la cecità dei farisei erano così grandi che avevano bisogno di ascoltare la verità in termini duri per avere qualche speranza di pentimento.

Attraverso le parole forti che Gesù rivolse ai Farisei, fornì loro, nel versetto 26, una semplice soluzione allo stato in cui si trovavano: “… prima pulisci l’interno del bicchiere e del piatto, affinché anche l’esterno diventi pulito”. Dobbiamo concentrarci sul nostro cuore e sul bisogno che abbiamo della grazia di Dio, rinunciando al peccato di giudicare gli altri.

Esaminare l’ipocrisia nelle nostre vite può essere doloroso, ma se permettiamo a Dio di fare la Sua opera, il risultato finale sarà meraviglioso.

Autore: Mike Genung (tratto dal libro “100 giorni di Cammino verso la grazia”)