Di cosa abbiamo sete?

Di cosa abbiamo sete?

 Gesù le rispose: “Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete;
ma chi beve dell’acqua che io gli darò diventerà in lui
una fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna”

Giovanni 4:13–14

Dalla nascita, Dio ci ha creati con una profonda fame d’amore. I bambini che non lo ricevono, non si sviluppano bene emotivamente. I piccoli, ai quali non viene detto di essere amati, o peggio, vengono maltrattati, crescono avendo una bassa stima di sé. Gli adolescenti che non vengono incoraggiati e seguiti, verranno su pensando che a nessuno importi di loro. Il cuore infranto va alla ricerca dell’amore e del suo significato. Alcuni lo inseguono attraverso il lavoro o il ministero, pensando che il successo, l’approvazione e l’ammirazione degli altri, siano la risposta ai loro bisogni. Altri vanno dietro alle ragazze, al sesso, alle droghe, o all’alcool. Lo sport, il divertimento e gli hobby sono diversivi, che non forniscono la pace, o una reale soddisfazione. Molti pensano che sposandosi e creando una famiglia risolveranno la loro solitudine, fino a quando non si renderanno conto che un altro peccatore non può riempire, o guarire, un cuore vuoto.

Ciò di cui abbiamo disperatamente bisogno e che bramiamo, è Dio.

Disegna nella tua mente un’immagine del Paradiso con tutto il suo splendore. Si entra in una grandissima città attraverso porte di marmo bianco e lucido, con finiture in oro.

Anche le strade sono adornate di oro lucente. Sei circondato da raffinate dimore, costruite di un tale materiale e design, da far sembrare i migliori edifici della terra delle baracche. Gli angeli sono dappertutto. Uno ti saluta con un sorriso e ti fornisce delle indicazioni su “Colui che cerchi”. Mentre percorri il centro della città, vedi lì il Creatore dell’Universo, seduto su un grande trono bianco. Il pavimento è di cristallo. La luce che Lui irradia è talmente potente, che non si riesce a vedere la Sua faccia. Un bagliore di metallo, come di fuoco, lo circonda tutto intorno, dalla cintola in su (vedi Ezechiele 1).

Lui ti chiama per nome e ti invita ad avvicinarti. Stai scoppiando di gioia per l’eccitazione di incontrare Dio e ti avvicini a Lui, con paura e meraviglia. Ti metti in ginocchio per diversi minuti, avvertendo che se non lo adori, esploderai. Senti che Dio ti invita ad avvicinarti ancora di più e riprendi a camminare. Mentre sei a due passi da Lui, ti senti travolto da una potente ondata d’amore, pura e giusta. Quest’amore è così intenso che ti inginocchi di nuovo, piangendo di gioia.

A questo punto non ti importa se il Signore parla o meno. Solo il fatto che ti abbia permesso di avvicinarti ti è bastato per capire che Egli ti ama.

Ma Dio parla e come. Le Sue parole penetrano nei posti più profondi, dolorosi e sporchi del tuo cuore, che ha sofferto per anni, luoghi che non avresti mai pensato che sarebbero stati toccati, o guariti. Nel tuo cuore vengono aperti nuovi canali. Il flusso di gioia che Dio ti trasmette, ti travolge di un tale amore, che ridi e piangi allo stesso tempo.

Non avverti più il dolore. Senti di essere accettato e amato come hai sempre desiderato. Sei in pace e le uniche parole che riesci a pronunciare sono:

“Grazie, Padre… grazie!”.

Mentre non possiamo ancora sperimentare il Cielo e tutto ciò che Dio è in eternità, possiamo ancora essere gioiosi di incontrarlo ora.

Autore: Mike Genung (tratto dal libro “100 giorni di Cammino verso la grazia”)