Come bramare nel modo giusto

Come bramare nel modo giusto

Provare un forte desiderio per qualcosa significa bramare. Si può dire anche anelare, ardere, volere, agognare, appetire, smaniare, struggere, desiderare ardentemente. Vivere nella bramosia richiede il coraggio di mostrarsi vulnerabile, tanta forza e pazienza.

Dio ci ha creati per bramare. Siamo stati creati per desiderare un legame legittimo che ci appaghi e ci completi, anche se non potrà riempirci totalmente, perché continueremo ad avere fame e sete di nuovo. Dovremo sempre tornare al pozzo ed immergere i nostri secchi. Tutti abbiamo bisogno di un pozzo pieno d’acqua buona per i nostri cuori, per poter soddisfare le voglie nel modo giusto, un pozzo che siamo certi non si prosciugherà. Ecco allora che sorge spontanea la domanda: “Dov’è il mio pozzo?”

Nel Salmo 63 Davide lotta per la sua vita nel deserto della Giudea ed esprime un desiderio fortissimo con le seguenti parole: 

“Tu, Dio, sei il mio Dio, io ti cerco ardentemente; ho sete di te, tutto il mio essere ti desidera; senza di te sono come una terra arida e secca dove non c’è acqua… Sul mio letto mi ricordo di te; penso a te durante le veglie della notte… Mi aggrappo a te”.

Salmo 63

Dunque, siamo stati creati per desiderare un legame legittimo che ci appaga e ci completa.

Recitando questo Salmo, Davide sapeva che nient’altro poteva riempirlo se non l’acqua di Dio. Andò al pozzo, sapendo che nessuna “Betsabea” avrebbe potuto placare la sua sete. Sapeva che non avrebbe dovuto cadere tra le braccia della lussuria, per soddisfare un desiderio legittimo nel modo giusto.

Era pentito e disposto a tornare a fare ciò che tutti noi siamo stati creati per fare. Era disposto ad ammettere la sua bramosia e a sperimentare le due forze che ci permettono di desiderare sinceramente. Era disposto a sentire “aspetta” e “non ancora”, confidando nel fatto che Dio lo aveva creato (Salmo 139) e si sarebbe preso cura di lui (Salmo 8).

La nostra disponibilità e capacità di tollerare l'”aspetta” e il “non ancora” è un valore che separa il desiderio dalla lussuria.

La nostra volontà e capacità di tollerare l'”attesa” e il “non ancora” è un indicatore che separa il desiderio dalla bramosia. Spesso sacrifichiamo il miracolo prima che si verifichi, cercando di placare la nostra cupidigia, proprio perché non tolleriamo la fiducia e la dipendenza dal Dio che ci ha creati con dei desideri carnali.

Prego affinché cresciamo nella capacità di aspettare e di tollerare il “non ancora” nella nostra vita. Che impariamo a desiderare con coraggio, per poter chiedere e provare una grande fame per Dio, più di quanto possiamo immaginare. Prego che la lussuria non domini le nostre vite e che possiamo saper distinguere la differenza tra desiderio e lussuria.

Prego che quest’anno, e i prossimi, possiamo approfondire la nostra fiducia e la nostra dipendenza da questo Dio che ci ha creati per desiderare tutto ciò che è vero, nobile, giusto, puro, bello, ammirevole, eccellente e lodevole. Prego affinché sappiamo che ci ha creati con tanto amore e che il suo cuore è rivolto a noi.

Autore: Chip Dodd