Chiamati al coraggio

Chiamati al coraggio

Venite, costruiamo le mura di Gerusalemme, e non saremo più nella vergogna.

Neemia 2:17

Quando l’immoralità sessuale dominava la mia vita, le storie di uomini e donne coraggiose che hanno sopportato la persecuzione, per amore di Cristo, mi convinsero di peccato. Ho sempre ammirato coloro che hanno combattuto per la loro fede, indipendentemente dal prezzo da pagare, spesso rischiando di perdere l’approvazione degli uomini, le ricchezze, o persino le loro vite. Volevo essere come Oswald Chambers, Bill Bright o Keith Green: uomini integri e coraggiosi, pieni di Spirito, che potevano essere usati potentemente da Dio.

Mentre eccomi qui, incapace di resistere alla pornografia. Mi sentivo fragile e senza forza d’animo. Quando la tentazione mi ha colpito, ho ceduto, a volte troppo rapidamente. La paura del confronto, dell’intimità, del fallimento e del rifiuto, si diffuse nel mio cuore, dove regnava il vuoto assoluto.

Il frutto spirituale della mia vita assomigliava più ad una mela marcia, che all’amore, alla gioia e alla pace, di cui parla la lettera dei Galati 5:22. Mi sentivo miserabile.

Ricostruire le mura del nostro carattere richiede coraggio. Ci vuole coraggio per entrare in un gruppo di supporto per la prima volta e confessare che ci si è masturbati davanti a dei filmati pornografici. Ci vuole coraggio ad avvicinarsi ai nostri amici più cari e dire loro che il nostro cammino cristiano è stato una menzogna, e poi chiedergli di sostenerti nella battaglia contro il peccato. Ci vuole coraggio ad ammettere che abbiamo fallito di nuovo. E quando, dopo aver trovato una certa libertà dal peccato sessuale, il Signore vuole usarci per aiutare gli altri, serve coraggio per parlare e condividere la propria storia audacemente in pubblico.

Ci sono molti vantaggi nell’obbedire alla chiamata al coraggio. Le nostre mogli vogliono che prendiamo il posto datoci da Dio come capo famiglia. I nostri figli muoiono dalla voglia di vedere un padre che mostrerà loro come si comporta un uomo integro. Le nostre aziende, le chiese e le istituzioni statali hanno bisogno di uomini coraggiosi, che faranno ciò che è giusto, qualunque sia il prezzo da pagare.

Elia è stato uno dei più grandi esempi di coraggio che sia mai esistito e ciò viene raccontato nella Bibbia (1 Re 18). Si schierò contro il re e contro più di 900 falsi profeti davanti alla nazione di Israele. Obbedì al Signore, sfidò Achab, rimase fermo nella fede e osservò Dio operare in modo potente.

Dio ci comanda di “essere forti e coraggiosi” (Deuteronomio 31:6), di “non temere” (Isaia 41:10) e di “restare in piedi” (Efesini 6:13). Il testo completo dei primi due versetti (come tanti altri nella Scrittura) ci dice che dobbiamo “essere forti” e “non temere”, perché Dio è con noi. Non siamo soli nella battaglia, non importa come ci sentiamo. Se per grazia di Dio, Elia ha potuto resistere a più di 900 uomini, oltre alle forze dell’inferno, anche noi possiamo affrontare le nostre battaglie.

Una persona coraggiosa vince la guerra riprendendo terreno, una battaglia alla volta. La lotta contro il peccato può richiedere di fare delle cose del tipo: chiedere alla reception dell’albergo di disattivare la televisione in camera, confessare il fallimento ad un’altra persona, o affrontare un collega.

Piccoli compromessi corrodono il nostro carattere tanto quanto quelli grandi, quindi dobbiamo avere la mentalità di un uomo libero, senza mai arrenderci davanti alla battaglia in cui ci troviamo coinvolti.

La chiamata al coraggio ci porterà dalla paura alla fede e dal fallimento alla libertà. Le battaglie potrebbero non essere facili, ma quel che conta è il risultato finale.

Autore: Mike Genung (tratto dal libro “100 giorni di Cammino verso la grazia”)