Amare la propria storia

Amare la propria storia

Le probabilità che ci vergogniamo di un comportamento sessuale indesiderato sono più alte quando non lo comprendiamo. Nel mio caso, riconoscere il significato delle fantasie che io stesso avevo è stato uno degli aspetti più importanti del mio personale viaggio verso l’integrità sessuale.

Svariati anni fa, mi ritrovai sul divano di una psicoterapista a esplorare delle fantasie sessuali che mi turbavano e di cui mi vergognavo da più di un decennio. Prima di citare i dettagli del mio comportamento sessuale indesiderato, le dissi che non avrei mai voluto parlarne in sede di terapia. Come molti dei miei colleghi professionisti, avevo un profondo timore che  la mia impurità sessuale sarebbe stata motivo di squalifica all’interno del ministero in cui operavo. Lei mi chiese come fossi arrivato a quella conclusione e fece notare che sarebbe stato molto strano per me avere a che fare con l’enorme numero di uomini e donne con cui lavoravo senza occuparmi prima di gran parte della mia propria vita sessuale. Le sue parole per me furono liberatorie perché mi collocarono chiaramente all’interno della storia della mia vita, e non nel quadro di quello che io percepivo come il mio fallimento.

Così continuai a raccontarle alcuni degli aspetti molto personali della mia vita di fantasticherie e le dissi che queste mi accompagnavano fin dall’adolescenza. Poi chinai la testa e smisi di parlare. Lei non disse nulla fino a quando io non rialzai lo sguardo. “Jay, dimmi di nuovo da dove vieni. Qual era il tuo ruolo nella famiglia?”.

Essendo un terapista provai un certo fastidio sentendo quella domanda. Per certi versi avrei preferito delle parole di condanna. Non volevo raccontare della mia famiglia. Avrei voluto che quella donna fosse turbata dalla mia confessione, avrei persino accettato che mi invitasse a giudicare col senno di poi il mio desiderio di diventare uno psicoterapista e un pastore. Ma lei non lo fece. Al contrario, rimase ferma sulla sua posizione e aspettò per circa venti secondi la mia risposta. Mi invitò a conoscere e quindi ad amare la mia storia.

Le dissi che i miei genitori e i miei fratelli mi raccontavano sempre i problemi che avevano tra loro e che io facevo un po’ da ricettacolo per il loro risentimento e le loro preoccupazioni.

“Magari fosse tutto qui!”, disse lei scherzosamente. “Non hai altro da dirmi?”.

Continuai a raccontarle altri particolari sulla mia storia. Io ero sempre un sostegno emotivo per mia madre quando mio padre era infelice oppure usciva di casa per svolgere i suoi doveri pastorali. Ricordavo persino di aver sentito messaggi sulla segreteria telefonica di casa riguardanti varie relazioni extraconiugali e crisi sessuali che stavano nascendo tra i membri della chiesa. Avevo il dono di “leggere” il viso arrabbiato e tormentato di mia madre e di offrirle la mia vita come figlio premuroso.

La terapista annuì e disse: “E ora dimmi che cosa sai della vita delle donne che sono entrate nella tua vita di fantasia. Immagino che nei tuoi sogni tu sia quasi sempre capace di leggere la loro rabbia e i loro bisogni. È possibile che le tue fantasie stiano ripetendo un copione simile a quello che hai recitato con tua madre?”

Ero senza parole, ma sentivo che la matrice della mia vita sessuale si stava finalmente integrando e chiarendo. Le domande che la terapista mi fece mi permisero di trovare una ragione per spiegare gran parte della mia vita sessuale, comprese le mie fantasie, le preferenze sulla pornografia e il modo di relazionarmi con le donne. Le coltri di vergogna e condanna si erano sollevate perché lei mi stava invitando a non limitarmi a bloccare la concupiscenza, bensì a prendere in considerazione la storia sessuale per cui ero stato impostato dalle circostanze.

Dopo quella seduta scrissi la frase: “Se non riusciamo a occuparci dei modi in cui siamo stati modellati sessualmente in passato, lasciamo aperta l’alta probabilità che questi schemi di comportamento diventino più marcati in futuro”. Le lotte sessuali rivelano la verità delle nostre storie in modi che puntualmente ci sorprendono.

Autore: Jay Stringer (ha scritto il libro Indesiderati)