Di cosa ti nutri?

Di cosa ti nutri?

Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri.

Filippesi 4:8

Ci vuole poco per sbagliare strada. Se abbiamo pensieri di lussuria, se proviamo rancore, paura, preoccupazione, oppure siamo propensi a giudicare gli altri, cadremo nel peccato per altre ore, giorni, o settimane. Per esempio, se giudichiamo gli altri e le loro debolezze ci tormentano, diventiamo delle persone pungenti. Iniziamo a guardare le persone dall’alto in basso; pensiamo che nessuno sia alla nostra altezza, compreso il nostro coniuge, gli amici, il nostro datore di lavoro, il governo, persino i nostri animali domestici. Ci immergiamo nel fango di uno spirito critico e amareggiato, fino a quando non ci rendiamo conto di essere infelici… o fino a quando qualcuno ci chiede se abbiamo bisogno di un aiuto, per rimuovere il bastone che abbiamo tra le ruote.  I primi momenti dell’inizio della nostra giornata sono fondamentali. Se permetteremo ai pensieri sbagliati di penetrare nella nostra mente, andremo fuori rotta. Il modo migliore per contrastare l’impulso è leggere la Parola di Dio e pregare appena ti svegli. Se pensiamo che la giornata si prospetti difficile, ringraziare il Signore per averci donato altre 24 ore indica un giusto atteggiamento verso il Cielo, ed aiuta a concentrarci per camminare insieme a Lui.

Se i pensieri sbagliati scorrono nella nostra mente inosservati a causa della stanchezza, o perché siamo distratti anche per pochi istanti, scacciali via e pensa ad altro. Non tormentarti inutilmente ma vai avanti.

Se diamo spazio ai pensieri peccaminosi, lasciandoli girare liberamente e a lungo, nel nostro cervello, dobbiamo subito pregare e confessare il peccato, e poi rivolgere la nostra mente altrove.

Soffermarsi sui lati caratteriali positivi degli altri aumenterà il nostro apprezzamento nei loro confronti. Se sono stato critico con mia moglie, cambio atteggiamento, rifletto su tutto quello che ha fatto per me nel corso degli anni, su quanto sono benedetto ad averla al mio fianco, sulla sua gentilezza e il suo calore, su come mi ha mostrato grazia, restando con me nonostante l’abbia ferita e su come Dio mi ordini di amarla, come Cristo ama la chiesa.

Se porto rancore verso qualcuno, cerco di ricordare che il Signore ha perdonato tutti i miei misfatti e non ho alcun motivo per non fare lo stesso con gli altri. Mi vengono in mente i pericolosi avvertimenti rivolti a coloro che si rifiutano di perdonare gli altri, dopo essere stati a loro volta perdonati (Matteo 18:21–35).

Ampliare la nostra prospettiva aiuta. Se mi preoccupo di una situazione particolarmente stressante in cui sono coinvolto, cerco di ricordare chi è Dio, come Lui mi ha sempre accompagnato attraverso le prove, che sono Suo figlio e che ha promesso di soddisfare tutti i miei bisogni. Poi vado in preghiera davanti al Suo trono chiedendogli cosa desidera insegnarmi attraverso questa situazione. Questo mi aiuta a rimanere umile e aumenta la mia fede.

Se le circostanze peggiorano e riesco a malapena a pensare, corro verso la Parola di Dio e inizio a respirare i Suoi pensieri, con tutta la mia anima.

I pensieri con i quali ci nutriamo, influenzano il nostro modo di vedere le cose, il nostro atteggiamento, il nostro stato d’animo e la relazione con gli altri. La buona notizia è che se lasciamo alle spalle la strada del peccato, siamo in tempo per cambiare direzione e alimentare la nostra mente con pensieri che ci aiuteranno a rimanere fermi, su un terreno solido.

Autore: Mike Genung (tratto dal libro “100 giorni di Cammino verso la grazia”)