Coltiva l’umiltà

Coltiva l’umiltà

“Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati,
di sentimenti di misericordia, di benevolenza,
di umiltà, di mansuetudine, di pazienza”

Colossesi 3:12

“E tutti voi, rivestitevi di umiltà gli uni verso gli altri,
poiché Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili”

1 Pietro 5:5

Per crescere nella grazia e nella pace di Dio, l’umiltà deve diventare uno stile di vita. Essa non ci piove addosso all’improvviso, ma viene intessuta lentamente nel nostro carattere attraverso le scelte coerenti che facciamo ogni giorno.

Dio ha detto che trovano grazia ai Suoi occhi quelli che si mettono al servizio degli altri (Matteo 23:11). Il servizio è la porta verso l’umiltà e il quadro delle le scelte che facciamo. Il servizio inizia nel luogo in cui spesso non riceviamo alcun riconoscimento: a casa. Se il lavandino è pieno di piatti li mettiamo a posto senza dire una parola o aspettiamo che nostra moglie ci dia la medaglia? Il cestino dell’immondizia è pieno? Svuotiamolo. I cani devono essere portati fuori? Muoviamoci.

Dobbiamo fare tutto quello che c’è da fare senza lamentarci, brontolare o esprimere il proprio malcontento a voce bassa. La chiave per evitare il virus del lamento è ricordare a noi stessi che stiamo facendo un lavoro per piacere a Dio. “Qualunque cosa facciate, fatela di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini” (Colossesi 3:23). Non è possibile guardare Gesù in faccia e lamentarsi per alcune piccole faccende domestiche.

Il servizio non riguarda solo la pulizia, si tratta inoltre di servire i nostri cari nel ruolo che Dio ci ha affidato. Se sei un padre, servi i tuoi figli insegnandoli, disciplinandoli e facendo delle cose attraverso le quali dimostri il tuo amore per loro.

Se sei un marito, servi tua moglie amandola, ascoltandola, facendo delle cose che la rendono felice, dando la priorità ai suoi bisogni e desideri.

Un’altra scelta che dobbiamo fare per avere un carattere umile è non cercare la propria gloria. Questo può risultare più difficile per gli uomini. A noi piace l’idea di andare in battaglia e ottenere l’adulazione e la gloria.

“Non a noi, o Signore, non a noi, ma al tuo nome dà gloria, per la tua bontà e per la tua fedeltà” (Salmi 115:1). Infine, la nostra motivazione principale dovrebbe essere quella di dare a Dio tutta la gloria attraverso la nostra vita. Sembra una cosa piuttosto facile, ma ci sono spine ed erbacce che possono impedire che ciò accada.

Credo che sia impossibile avere il cuore di un servitore che vuole glorificare Dio se prima non abbiamo ricevuto la Sua grazia e l’amore nel nostro cuore. Un cuore senza amore denoterà una falsa umiltà, spingendo gli altri ad adularci per essere così “umile”. Quando un uomo che sa di essere un miserabile, sperimenta l’amore di Dio, capisce che la vita è un dono e la finta umiltà che fa vedere in giro non è altro che uno stupido gioco religioso. Le cose sono due: o amiamo Dio e vogliamo piacerGli, oppure adorniamo l’altare del nostro “Io” con una maschera religiosa.

Se vogliamo piacere veramente a Dio dobbiamo amare le persone considerandole migliori di noi, servire dove c’è bisogno senza aspettarsi pacche sulle spalle, camminare nella verità facendo vedere a tutti che il nostro stile di vita deriva dal fatto che Dio ci ha inondato con la Sua grazia, con tanti doni e perché la nostra priorità è quella di onorarLo.

Questo non significa che non dobbiamo accettare i complimenti che ci fanno gli altri. Anzi Proverbi 27:2 si riferisce proprio a questo. Essere apprezzati non è però ciò che dobbiamo cercare. Dobbiamo solo ambire a piacere al Signore.

Autore: Mike Genung (tratto dal libro “100 giorni di Cammino verso la grazia”)