Sei abbastanza arrabbiato per abbandonare la pornografia?

Sei abbastanza arrabbiato per abbandonare la pornografia?

Come ti senti quando ti rendi conto di essere stato ingannato, raggirato, manipolato?

Non ho mai incontrato qualcuno che mi dicesse: “Tanti anni mi sono accorto di essere stato ingannato, ed è stato stupendo! È bello pensare che la mia vita è andata a rotoli dopo tale scoperta”.

In Tailandia esiste una sorta di movimento chiamato la “truffa delle gemme thailandesi”. Un gruppo di persone del posto prende di mira un turista ingenuo. Lo attira proponendogli un ottimo affare, riguardo delle pietre preziosissime, ad un prezzo incredibile. Il malcapitato pensa di aver posato gli occhi su dei rari tesori orientali, così da portare un grosso guadagno a casa, ma diventa inconsapevolmente il personaggio principale di un’opera teatrale, accuratamente sceneggiata. Come un esperto pescatore attira un pesce alla sua rete per poterlo mangiare a cena, così queste persone guidano il turista, in cerca di profitto, verso un acquisto che rimpiangerà per sempre.

Come ti sentiresti se perdessi migliaia di dollari in una truffa del genere? Ti arrabbieresti? Ti sentiresti indignato? Immagino di sì. Vorresti che ti fosse fatta giustizia. E più di ogni altra cosa, giureresti a te stesso di non cadere mai più in una trappola del genere.

La truffa dell’industria del porno

Centinaia di milioni di persone sono attirate in una truffa mondiale, verso una vita che rimpiangeranno per sempre. È accaduto a me e potrebbe succedere anche a te. L’industria della pornografia guadagna miliardi di dollari, sfruttando l’uomo che cade in inganni simili a quelli tesi da un predatore, verso la sua vittima.

E molti di noi credono alle loro bugie sin dalla tenera età.

Sono cresciuto in un’epoca senza Internet; la mia prima esposizione alla pornografia è stata tramite delle riviste, all’età di undici anni. Il fascino dell’intrattenimento “per adulti” ha funzionato anche su di me: le immagini promettevano non solo il piacere sessuale, ma affermavano il mio fragile ego maschile, garantivano avventura e una continua eccitazione, dovuta alla costante ricerca di quel qualcosa in più.

Non sapevo che dietro a quelle riviste ci fosse l’ingegno di un gruppo di predatori, che aveva creato un mondo pornografico, nel quale potevo essere attirato. E non sapevo nemmeno che i governi erano stati indotti a legalizzare la distribuzione di massa dei materiali porno, proteggendoli come “libertà di parola”. Non ero a conoscenza del fatto che uomini e donne sono stati ingannati e condannati ad una vita di sfruttamento e abuso davanti alle telecamere, con la promessa di denaro e fama. E soprattutto, non sapevo assolutamente che l’industria del porno avesse sfruttato la propaganda persuasiva, per “pornificare” il mondo.

Il padrino del Big Porn

È probabile che qualcuno sarebbe stato in grado di trasformare la pornografia, nel prodotto accettabile e tradizionale che oggi è, anche se Hugh Hefner non avesse costruito l’impero di Playboy. Ma è difficile immaginare un “impresario” del settore, di maggior successo dello stesso Hefner.

R.M. Schuchardt ha scritto un articolo approfondito per il 50° anniversario di Playboy nel 2003, che documenta la sua ascesa. Prima di Hef, il porno era un passatempo “sporco”, accessibile solo a persone disposte a comprare “figurine illustrate in bianco e nero e ruvide bobine… nel mercato clandestino”.

Affinché la visione di Hef potesse aver successo, si doveva rimodellare la società, con una potente propaganda. Schuchardt ha affermato:

“Per rendere redditizia la pornografia su larga scala, bisognava rimuoverla dal ghetto sessuale e portarla all’interno del soggiorno di ogni casa. Aveva bisogno di qualcuno che la adottasse, addomesticasse e gli insegnasse le buone maniere. In qualità di creatore di miti sulla scala di Walt Disney, Hugh Hefner ha fatto per il porno, ciò che Henry Higgins ha fatto per Eliza Doolittle [riferendosi al film My Fair Lady]”.

Come pubblicitario, Hefner avvertì la necessità di impacchettare la sessualità in categorie a cui aspirare e raccontare una storia, dentro la quale inserire gli uomini, in un modo che non solo fosse accettabile, ma addirittura desiderabile. Decise così di rivestire i panni di un gentiluomo vittoriano al capanno di caccia.

È stato merito di Hefner aver reso popolare il mito, secondo il quale questo intrattenimento fosse solo “per adulti”, “per uomini”, aggiungendo un’aurea di pseudo-raffinatezza, sfruttata ancora oggi dopo 50 anni, da quei locali denominati “A Gentleman’s Club”.

Hefner, pur di soddisfare desideri carnali ignobili, ha venduto la bugia che guardare foto di giovani donne “aerografate”, faceva di te un “gentiluomo”. Ma per farlo, ha dovuto distorcere la definizione di “gentiluomo”, dall’uomo cavalleresco, fedele e responsabile, che cercava di proteggere l’onore di una donna, a quello di un eterno adolescente, che si concentrava sul proprio piacere, senza badare alle ferite inferte a chi gli stava vicino. Il nuovo e falso modello presentato da Hef, offriva una visione pornografica della virilità e gli ha permesso di fondare una dinastia mondiale.

Ma la carneficina creata seguendo le sue orme, rivela la dura verità. Quando gli uomini aspirano a vestire i panni di colui che Hef ha definito “gentiluomo”, le persone perdono il loro valore: gli uomini, le donne e soprattutto i bambini. In un mondo dove si è alla disperata ricerca di eroi virtuosi, Big Porn segue l’esempio di Hef e ci attira nel vizio.

Hugh Hefner ha dato vita ad un’industria che riesce ad ingannarci, presentandoci una falsa visione della bella vita.

Ora che sei a conoscenza di tutte queste cose, come ti senti?

Libertà di parola?

Affinché il porno potesse davvero permeare la nostra società, doveva superare le fastidiose barriere legali, create da una comunità moralista e religiosa. Oggi è difficile immaginarlo, ma la produzione di film pornografici è stata illegale in California, fino al 1987. Ma nello storico processo “Il Popolo contro Freeman”, quella che era iniziata come una disputa legale contro un industriale della pornografia, si è conclusa con una sentenza della Corte Suprema, che sostanzialmente legalizzava la produzione di porno hard, in tutto il paese.

Come ha potuto vincere una disputa legale così ardua? Appropriandosi del primo e più amato emendamento americano, che garantisce la libertà di parola.

Ovviamente, né Adams, né Jefferson, né Franklin avevano in mente il porno, quando fondarono la costituzione più longeva del mondo. Franklin ha detto: “Chiunque voglia rovesciare la libertà di una nazione, deve iniziare sottomettendo la libertà di parola”. La libertà di parola protegge il nostro diritto di criticare il governo e di responsabilizzare i leader: questa è l’eredità per la quale sono morti i padri fondatori statunitensi.

Ma il principale gruppo di lobbisti di Big Porn si vanta della propria vittoria, attraverso un termine ingannevole: la Free Speech Coalition (Coalizione per la libertà di parola). Hanno facilitato la legalizzazione della prostituzione, dello stupro, delle aggressioni e persino del sesso con i minori, a condizione che ci sia una telecamera accesa, per trasformare il crimine in “linguaggio”. Non importa la vittimizzazione degli artisti ed il danno causato agli spettatori, che si desensibilizzano e persino celebrano la brutalità, in nome della “libertà di parola”.

Sapevi che la pornificazione della società è avvenuta stravolgendo i diritti fondamentali americani? Che la libertà acquistata dal sangue di generazioni di soldati americani sia stata presa in giro, come una licenza per vendere porno? Come ti fa sentire questo?

Bambini sotto tiro

La prima esposizione ai contenuti pornografici avviene tra 8 e 11 anni, e questo ci fa capire che tale industria punta ai bambini. Big Porn non lo ammetterebbe mai, ma non dice la verità. La realtà è che i bambini sono i primi ad essere presi di mira; nessun modello di business ha successo per caso.

Sono sicuro che se stai lottando contro il porno, ora che sei adulto, è perché hai iniziato a guardarlo sin da bambino. Questa è la storia di quasi tutte le persone con cui parlo, me compreso. I bambini sono di natura curiosi della sessualità, ed è giusto che sia così. Ciò che è sbagliato è che Big Porn sfrutti i nostri desideri carnali, insegnandoci una visione distorta del sesso. Impariamo a desiderare ciò che loro vogliono, costruendo una vita di dipendenza dai loro prodotti.

“La domanda” che bisogna farsi dice l’apologeta cristiano Josh McDowell, non è: “I miei figli vedranno il porno?”, ma: “Come lo gestiranno, quando lo faranno?”. Ha assolutamente ragione. La stragrande maggioranza dei giovani ha avuto un contatto con la pornografia prima di andare a vivere per conto loro. Molti lo cercano, ma anche se non lo fanno, il porno cerca loro.

Come papà di quattro figlie, ho sempre odiato il pensiero che il mondo pornografico volesse depredarle, sia come consumatrici di pornografia, sia sessualizzandole per sfruttarle. Il motivo per cui sei caduto nella trappola della pornografia è proprio perché Big Porn ti ha predato. Il motivo per cui i tuoi figli ci cadranno è che il porno gli sta dando la caccia. Per il mondo del porno loro sono una preda. Come ti fa sentire questo?

Arrabbiati ma non peccare

Ho condiviso con te la natura intenzionale, strategica e predatoria dell’industria del porno, con lo scopo di farti arrabbiare. Sì, voglio farti arrabbiare. Desidero che ti senti giustamente indignato. Disgustato nello scoprire che l’industria pornografica ha deformato la bellezza della sessualità donataci da Dio, in un sostituto inferiore e contraffatto. Sconvolto dal fatto che Big Porn si è rivestita di un mantello con su scritto ”Libertà di parola”, capovolgendola e ridefinendola a tal punto, che i fondatori d’America non avrebbero mai potuto riconoscere. Arrabbiato dal sapere quanti bambini innocenti vengono ingannati, incluso te da piccolo.

A molti di noi è stato insegnato che la rabbia è un peccato, ma questo ci rende passivi e ci obbliga a tenere dentro le nostre emozioni, cercando di non esplodere. Altri reagiscono in modo eccessivo alla minima offesa, mostrando un carattere irascibile. Questi due estremi causano un grande danno e non c’entrano con la rabbia che spero di suscitare in voi. La rabbia è come il fuoco. Ingestibile, imprevedibile, distrugge case, quartieri, foreste, famiglie e città. Ma se viene racchiuso dentro un camino, il fuoco regala calore e conforto. Oppure, quando si alimenta un forno, esso indurisce la ceramica e purifica metalli preziosi.

Il Dio della Bibbia si arrabbia quando le persone cadono in cose che definisce peccaminose. Perché è arrabbiato? Per lo stesso motivo per cui una mamma è arrabbiata quando suo figlio corre in strada, dopo che gli è stato detto dieci volte di non farlo: per amore. Quando coloro che amiamo sono in pericolo, sia per le proprie azioni, che per il comportamento degli altri, la rabbia può essere una risposta amorevole. Efesini 4:26 dice: “Adiratevi e non peccate” Pensavo che questo verso significasse che un certo livello di rabbia va bene, ma che non dovrebbe trasformarsi in un comportamento peccaminoso.

Ma di recente ho capito che c’è una sorta di rabbia che ci ispira a vincere il peccato: una giusta rabbia, che ci porta ad un’azione positiva. Un livello di indignazione che ci spinge a correggere i torti, in particolare quelli perpetrati contro di noi dall’industria del porno. “Non pecchiamo”, quando siamo arrabbiati contro le potenti fortezze che si celano dietro le nostre tentazioni, se questo ci permette di resistere loro, tramite il potere e la grazia di Dio.

Il fuoco che alimenta la tua guarigione

Ricordo l’ultima volta che ho ceduto alla pornografia nel 2006. Avevo confessato i miei precedenti fallimenti a mia moglie, ed era passato un po’ di tempo dall’ultima volta in cui ero caduto. Ma quella volta qualcosa scattò in me. Era diverso. Credo che Dio mi abbia mostrato ciò che stavo rischiando di perdere inducendo in questa tentazione.

Insieme a sentimenti di rimorso, rimpianto e paura, avvertii un crescente livello di rabbia. Indignazione per il modo in cui ero stato sfruttato. Rabbia per la guerra spirituale volta a distruggere il mio matrimonio e la mia intimità con Dio. E la rabbia che le mie speranze e i miei sogni fossero a rischio, perché ero l’obiettivo di un’industria predatoria, potenziata da un “leone ruggente che cerca qualcuno da divorare” (1 Pietro 5:8).

Questa giusta indignazione, insieme alla responsabilità, alle discipline spirituali e alla grazia di Dio, mi ha condotto in un viaggio senza pornografia per tutti questi anni.

E tu? Quanto ti costa il porno? Quali aree della tua vita sono a rischio per le tue continue cadute nelle trappole perfettamente organizzate dall’industria di Big Porn?

Se non stai camminando in libertà, è tempo che ti arrabbi. Non tramite quella rabbia intrisa di autocommiserazione, ma con quella di un supereroe che si alza e dice: “Non oggi, cattivo. I tuoi giorni malvagi sono finiti. Non permetto più che il porno ferisca me e coloro che amo!”.

Quindi lascia che la tua rabbia ti spinga a combattere, come se la tua vita dipendesse solo da questo, perché è così. Circondati di alleati che ti aiutino a superare questo nemico. E una volta che sei sulla buona strada, aiuta gli altri a combattere la loro battaglia con il porno, unendosi insieme in una vita di libertà.

Se ognuno di noi rispondesse agli inganni di Big Porn con questo tipo di rabbia che cambia la vita e sconfigge i nemici, vinceremmo. E ancor di più, saremmo in grado di cambiare il corso della storia, combattendo per un futuro in cui nessun bambino è attirato dalle trappole che ci hanno imprigionato.

Autore: Doug Smith