Le ricadute

Le ricadute

Come impedire che un errore provochi un crollo

Nel tentativo di rimanere puro dalla pornografia, probabilmente ti sarai chiesto: “Se sbaglio ancora significa che ho avuto una ricaduta? Se faccio scelte sbagliate significa che sto “ricominciando a peccare”? Mi sento in trappola. Come posso diventare perfetto per il resto della vita, senza cercare di giustificare le mie azioni?”.

La ricaduta è un argomento molto difficile da trattare. Bisogna avere una mentalità molto aperta.

Da una parte sappiamo che è normale, durante il percorso di guarigione intrapreso, sbagliare nuovamente. Ogni sentiero ha le sue difficoltà, ha le sue salite e le sue discese. D’altro canto, non vogliamo fallire. Desideriamo in ogni momento fare affidamento all’aiuto di Dio, per fare scelte giuste, che lo onorano.

Fatte queste dovute premesse, ecco le mie “sei verità” sul questo tema:

  1. La ricaduta va affrontata.
  2. Essa è la ricomparsa di un comportamento che vogliamo cambiare.
  3. Nascondere le proprie azioni ed essere disonesti è peggio che avere una ricaduta.
  4. La disonestà e l’agire di nascosto, sono gli aspetti che renderanno una ricaduta saltuaria o perenne.
  5. La ricaduta finisce quando si inizia ad essere onesti.
  6. È importante avere un alleato per aiutarci a rimanere puri ed evitare le ricadute.

La ricaduta può essere descritta in quattro fasi. La presenza di una fase iniziale non rende inevitabili le altre. Il nostro obiettivo è utilizzare le prime cinque verità sopra descritte, per aggirare il più possibile le fasi sotto riportate. Prima cominceremo ad essere onesti, meglio sarà.

Fase uno: compiacenza

“Voglio smettere di fare il bravo”.

Di solito è il nostro atteggiamento a diventare aspro, prima dei nostri pensieri o delle nostre azioni. All’inizio, accettiamo semplicemente che il processo per perseguire la purezza è difficile e sopportabile. Questo è buono. Il cambiamento è difficile. È necessario perseverare.

Allora, qual è il dilemma?

Se siamo onesti con un amico, non c’è problema. Lo scopo di identificare il compiacimento, come fase iniziale della ricaduta, è coltivare la conversazione, non la condanna. Essere onesto con le persone nella tua rete di supporto è fondamentale. Non cercare di chiuderti. Afferma semplicemente: “Ehi, il mio atteggiamento non è eccezionale in questo momento. Mi impegno per essere puro, ma mi sento “fuori di testa”. Pregherete per me?”: questo è un ottimo modo per contrastare la ricaduta nella fase uno.

Fase due: confusione

Nella fase due, un cattivo atteggiamento crea idee confuse. Qualcuno ha detto: “La mondanità è ciò che fa sembrare il peccato normale e la rettitudine strana”.

Più affondiamo nella tentazione, più questa dinamica influisce sul nostro pensiero.

Iniziamo a considerare le “scelte sane” come un “peso”. Iniziamo a vedere le “scelte malsane” come “momenti di libertà”. Cominciamo a considerare gli “amici che ci sostengono” come “persone che si aspettano troppo”. Quando questo disorientamento inizia ad emergere, cerca di essere onesto il più possibile. Confessa ad un amico: “Sto lottando con qualcosa di più che un cattivo atteggiamento. Sto cominciando a vedere le buone scelte come un peso e gli amici che mi sostengono, come ostacoli”.

Non lasciare che regni la confusione. La logica della tentazione ha senso solo nella nostra testa. Quando parliamo ad alta voce di ciò che stiamo pensando a qualcuno di cui ci fidiamo, questa logica cade a pezzi. Questo è l’ultimo anello della catena della ricaduta, quando puoi confidarti con un amico, senza provare la colpa di dover confessare il peccato.

Fase tre: compromesso

La fase tre è spesso alimentata dall’autocommiserazione, dalla negazione o dalla sfida. Cominciamo a pensare: “Merito il mio peccato”, come se la pornografia possa fornire un sollievo maggiore, rispetto al peso che crea. A breve termine, potrebbe essere vero.

Il peccato è lo scambio di monete piccole di valore elevato, con monete più grandi ma che hanno valore inferiore. Sembra un buon affare, ma non lo è.

I segnali premonitori di questa fase sono:

  • Indugiare sempre più in pensieri e fantasie
  • Crescente senso di irritabilità riguardo le “restrizioni” che preservano la purezza
  • Concupire con gli occhi quando sei in pubblico o guardi alcuni programmi tv
  • Valutare come “bei vecchi tempi” i periodi in cui eri immerso nella pornografia

Fase quattro: catastrofe

Le scelte dannose distruggono. Non si scappa. Quando non riconosciamo che stiamo facendo compromessi, la catastrofe arriverà. Non è una questione di “se”, ma “quando”.

Sebbene il nostro obiettivo sia interrompere una potenziale ricaduta, prima che raggiunga la fase della catastrofe, non permettere alla vergogna o all’orgoglio, di impedirti di invertire l’impatto delle tue scelte. Anche se abbiamo iniziato a sperimentare un qualche tipo di crisi, prima rispondiamo pentendoci davanti a Dio e confidandoci con un amico, meglio sarà.

Leggi I Corinzi 10:13. Spesso ci sentiamo frustrati dalla frase: “Dio non ti lascerà tentare oltre le tue forze”. Non si fa riferimento solo al tipo o all’intensità della tentazione, ma significa anche in qualsiasi momento del ciclo della tentazione stessa. Troppo spesso concettualizziamo un immaginario “punto di non ritorno”, nella nostra battaglia contro la tentazione. Se esiste un “punto di non ritorno”, è quello in cui decidiamo di non essere onesti con Dio, noi stessi e gli altri.

La grazia di Dio significa che c’è sempre speranza, quando si è onesti riguardo al nostro peccato. Quello che dovresti capire da questa riflessione è che la tentazione di nascondere il nostro peccato, durante la ricaduta, è in realtà ciò che perpetua e amplifica il suo impatto. Se lo desideri, Dio ti darà sempre la forza di essere onesto.

Autore: Brad Hambrick